Che anche Maurizio Crozza l’abbia aggiunto ai suoi personaggi è già un segnale. L’attenzione mediatica verso Antonio Ingroia è al suo massimo storico. Tutti parlano di lui, spesso male. Ma, come si dice, “purché se ne parli” fa bene alla sua Rivoluzione Civile che continua a crescere nei sondaggi e spaventa il Partito Democratico, già tramortito dal caso Mps. E l’ex pm non sta certo a sentire ma ribatte a ogni accusa.
Le ultime riguardano le sue esternazioni di domenica in un comizio a Milano dove l’ex magistrato ha osato accostarsi a Giovanni Falcone. “Le battute e le velate critiche espresse da alcuni magistrati ieri in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario per la mia decisione di candidarmi sono un copione che si ripete. Fu così anche per Giovanni Falcone”, ha detto Ingroia. Apriti cielo.
Sdegnato il commento del procuratore aggiunto di Milano Ilda Boccassini, che con il giudice ucciso dalla mafia ha lavorato, ai microfoni del TgLa7: “Come ha potuto Antonio Ingroia paragonare la sua piccola figura di magistrato a quella di Giovanni Falcone? Tra loro esiste una distanza misurabile in milioni di anni luce. Si vergogni”. A cui è seguito anche un cinguettio di approvazione e precisazione da parte di Roberto Saviano: “Giovanni Falcone non fece mai politica. Ilda Boccassini al #TgLa7 ristabilisce la verità”.
E tra ex pm e pm è polemica. Ingroia stamattina ribatte duro: “Ho atteso finora una smentita, invano. Siccome non è arrivata dico che l’unica a doversi vergognare è lei che, ancora in magistratura, prende parte in modo così indecente e astioso alla competizione politica manipolando le mie dichiarazioni”. E aggiunge il riferimento al suo maestro Paolo Borsellino:”La prossima volta pensi e conti fino a tre prima di aprire bocca. Quanto ai suoi personali giudizi su di me, non mi interessano e alle sue piccinerie siamo abituati da anni. Mi basta sapere cosa pensava di me Paolo Borsellino e cosa pensava di lei. Ogni parola in più sarebbe di troppo”.
L’uscita su Falcone ha provocato un altro battibecco, questa volta tra l’ex pm e la sorella del giudice ucciso. In un’intervista Maria Falcone ha chiarito di non volere “permettere a nessuno di parlare di Giovanni per autopromuoversi a livello politico”. Non si è fatta attendere la replica di Ingroia: “Alla signora Maria Falcone, con tutto il rispetto per il cognome che porta, dico: si informi prima di parlare. Io non ho mai usato il nome di Giovanni Falcone per i voti. Lei invece sì, quando si candidò per prendere il seggio al Parlamento europeo e non venne neppure eletta”.
Un giudizio sulle parole del leader di Rivoluzione civile arriva anche dall’ex procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso, capolista del Pd al Senato nel Lazio. Stamattina ad Agorà, su Rai Tre, ha spiegato: “Giovanni Falcone ha fatto cose talmente eclatanti che oggi, paragonarsi a lui, mi sembra un fuor d’opera. C’è da riconsiderare ciò che ha subito Giovanni Falcone nella sua vita: ha subito un attentato all’Addaura ed è stato accusato di esserselo procurato da solo; è stato accusato di aver insabbiato le carte dei processi nel rapporto con la politica; è stato accusato di fare il professionista dell’antimafia; è stato accusato di andare nei palazzi della politica, dove effettivamente è riuscito a fare una legislazione che tutti ci invidiano”.
Il candidato del Pd ne approfitta anche per criticare i competitor a sinistra del suo partito, in materia di liste pulite: “Anche Rivoluzione civile ha avuto il suo neo con Marino Andolina, sebbene Ingroia abbia detto di non conoscerlo. Si tratta di un medico che è stato indagato per truffa dal procuratore Raffaele Guariniello perché in una cantina aveva due ucraini che facevano esperimenti sulle cellule staminali e chiedeva soldi per liberare le persone da certi malanni. Si deve ancora fare il processo, però è la stessa situazione di chi è stato eliminato dalle liste soltanto per essere rinviato a giudizio o indagato”. E di certo non tarderà ad arrivare la replica dell’ex pm che nei giorni scorsi si è punzecchiato anche con Beppe Grillo, Nichi Vendola e Pierluigi Bersani.
Ecco la copertina di Maurizio Crozza a Ballarò con l’imitazione di Antonio Ingroia: