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I botti a colpi di yuan per il Capodanno cinese in arrivo

Il nuovo anno è alle porte a Pechino e la Banca centrale cinese accelera il passo. Dalla salute del sistema bancario nazionale, a maggior ragione in questi giorni, dipende il destino del Dragone, costi quel che costi. L’istituto centrale cinese ha quindi deciso un’immissione record di 72 miliardi di dollari nel mercato monetario del Paese nel tentativo di soddisfare la grande domanda di liquidità prima delle festività del Capodanno cinese, il 10 febbraio.

L’iniezione di liquidità è un’operazione a breve termine e non costituisce una svolta nella politica monetaria, ma, si legge sul Financial Times, secondo gli analisti la mossa sottolinea come la Banca centrale abbia affinato l’uso di operazioni di mercato aperto negli ultimi mesi per assicurare un flusso stabile di finanziamenti a banche, investitori e società.

Negli scorsi anni i tassi cinesi sono sempre aumentati appena prima dell’inizio del nuovo anno in parallelo alla corsa delle imprese per pagare bonus ai dipendenti e alle spese per i regali. Ma la Banca centrale quest’anno non si è fatta trovare impreparata ed è riuscita a prevenire il picco. La sua ultima decisione ha segnato il record per iniezione giornaliera.

“Dall’inizio del 2012 abbiamo notato che la Banca popolare cinese ha messo più enfasi nello stabilire i tassi interbancari ed è diventata più flessibile nell’uso degli strumenti di politica monetaria che rendono stabili i tassi”, hanno spiegato al Financial Times gli economisti di Merrill Lynch Lu Ting e Zhi Xiaojia.

A gennaio poi la Banca centrale ha aggiunto un altro meccanismo al suo arsenale con l’annuncio del ricorso a operazioni a breve termine come supplemento alle sue regolari operazioni di mercato aperto, che invece erano finora limitate al martedì e al giovedì.

Con operazioni contro termine con scadenza inferiore ai sette giorni e con la loro offerta quotidiana, la Cina spera di alleggerire le turbolenze finanziarie che hanno colpito il mercato monetario in ogni caso di carenza di liquidità nel sistema.

La mossa è stata interpretata da molti analisti come un cambiamento essenzialmente tecnico nel modo in cui la Banca centrale conduce le sue operazioni di mercato aperto. Le banche al momento detengono circa il 2% dei depositi come riserva frazionaria ma è probabile che si possa scendere all’1%. “Con la Banca popolare cinese in grado di offrire liquidità più frequentemente per far fronte alla mancanza di liquidità, il bisogno di una riserva frazionaria al 2% cala”, ha spiegato Liu Na di Cnc Asset Management.


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