Ormai è una pratica antica, oltre che illegale, quella di scaricare musica da internet. Oggi la musica si ascolta in streaming. Uno dei siti più famosi è Spotify che, fino ad oggi, non era accessibile dall’Italia. Il popolare programma che permette di ascoltare un’immensa libreria di musica dal proprio desktop o i-device era arrivato persino in Belgio, Austria e Svizzera. Ma non qui. Fino ad oggi.
Spotify ha 2,5 milioni di iscritti, ma la società, con sede in Svezia, aveva dichiarato che non aveva piani di lancio in Italia. Perché? Non era questione delle ridotte dimensioni del mercato musicale italiano, ma del fatto che le agenzie di pubblicità sui cui pagamenti si sostiene Spotify non sono a breve termine come all’estero. Ovvero, l’azienda non si poteva permettere le fatture italiane “a 60-90 giorni”.
Ma ora la questione è diversa e Spotify si lancia sul mercato italiano con il festival di Sanremo. Per le versioni Unlimited, che non ha pubblicità, e Premium, utilizzabile su cellulare, bisogna avere una carta di credito estera. Ma nella versione gratuita si può ascoltare la musica creando playlist dalla rete. Oltre alla scansione della musica locale.
Fino a oggi, dall’Italia si poteva accedere a Spotify installando un programma come “HotSpot Shield” o “TunnelBear”, che maschera la nazionalità dell’indirizzo Ip. Questo sito mette a disposizione dei propri utenti (gratis per cinque giorni) due indirizzi DNS da inserire nelle proprie impostazioni di connessione. O anche dall’account Facebook, da cui Spotify vi porterà immediatamente al download dell’applicazione.
Il programma controlla periodicamente il Paese da cui si accede al servizio. Ma ci sono due modi per non rimanere bloccati: andare nelle impostazioni e alla voce “Proxy” scegliere dal menù a tendina https e inserire le caselle di un proxy americano. O quando il programma si blocca ricominciare da capo. Ora, per fortuna, non sarà più necessario.