Qualche settimana fa non si parlava d’altro che di “agenda”. Il premier annunciava la sua “salita in politica” e chiamava a raccolta tutti coloro che si riconoscevano nell’azione del governo tecnico; Pier Luigi Bersani e Nichi Vendola aprivano la campagna elettorale sottolineando la necessità di inserire la crescita e il lavoro tra le priorità dell’agenda Bersani e anche Beppe Grillo annunciava il suo programma.
L’agenda del comico genovese, pubblicata sul suo blog il 27 dicembre scorso, prevedeva 16 punti programmatici, che riassumevano in parte il programma del Movimento 5 Stelle. Oggi Grillo rende noti i suoi “20 punti per uscire dal buio”, in appendice alla “Lettera agli italiani”, dove esorta i simpatizzanti a “cambiare” insieme il Paese, perché “non c’è alternativa. E’ ora di dire basta, questa commedia deve finire o finirà il Paese. Non abbiamo più tempo, dobbiamo mandarli tutti a casa”
Le novità
Tralasciando il merito delle proposte che, come sottolinea il capo dell’economia del Fatto Quotidiano, Stefano Feltri sul sito del Fatto, risultano poco dettagliate e aumentano il buio intorno al suo programma, quattro sono le nuove idee che Beppe Grillo ha deciso di inserire in agenda: abolizione dell’Imu sulla prima casa, non pignorabilità della prima casa, eliminazione delle Province e abolizione di Equitalia.
Le assenze
La cancellazione immediata dei finanziamenti diretti e indiretti ai giornali risulta (per ora?) accantonata. Restano invece prioritari gli altri interventi: il reddito di cittadinanza, le misure per le piccole e medie imprese, la legge anticorruzione, l’informatizzazione e semplificazione dello Stato, l’abolizione dei contributi pubblici ai partiti, l’istituzione di un “politometro” per verificare arricchimenti illeciti dei politici negli ultimi 20 anni. Inoltre, Grillo conferma la volontà di prevedere solo referendum propositivi senza quorum, organizzarne uno sulla permanenza nell’euro, obbligare il Parlamento a discutere ogni legge di iniziativa popolare e votarla in modo palese, una sola rete pubblica senza pubblicità e indipendente dai partiti, l’elezione diretta dei parlamentari, il limite massimo di due mandati elettivi, la legge sul conflitto di interessi. Infine, Grillo promette il ripristino dei fondi tagliati alla Sanità e alla Scuola pubblica, l’abolizione dei finanziamenti diretti e indiretti ai giornali e l’accesso gratuito alla Rete per cittadinanza.
Le sue proposte sono ottime, ma irrealizzabili; Grillo si conferma un qualunquista. E’ il giudizio di Pier Luigi Bersani, segretario del Pd, in un’intervista a Radio Capital. “Grillo va a Bologna ed evoca Berlinguer poi a Roma dà due buffetti a Casa Pound, Berlinguer non glielo avrebbe permesso, gli avrebbe detto qualcosa di pesante!”. Anche in Sicilia aveva detto “mille euro a tutti per tre anni. Il salario minimo e il reddito di cittadinanza sono temi da affrontare ma come si fa a promettere mille euro a tre milioni di persone? Io propongo una legge sul salario minimo per non andare sotto il minimo vitale, per chi non viene difeso dai contratti, ma si deve spendere in maniere sostenibile, non 100 miliardi oggi come dice Grillo, è un qualunquista”.
Insomma, riprendendo il linguaggio Twitter, Grillo segue i “trending topic” di questa campagna elettorale – vedi Imu – e arricchisce (di populismo?) la sua agenda. Staremo a vedere se aggiungerà altre tavole alla sua legge.