Qualcuno l’ha definita l’Ohio d’Italia, la regione in bilico sul cui risultato elettorale dipenderà l’esito delle elezioni del Paese e la sua futura governabilità. Ad apparire incerta è anche la partita per il Pirellone il cui voto influirà anche su quello nazionale. I sondaggi fotografano un testa a testa tra il centro-destra con Roberto Maroni e il centro-sinistra con Umberto Ambrosoli. Candidato nella coalizione dell’avvocato penalista con Centro popolare lombardo, è anche l’imprenditore Enrico Marcora, consigliere regionale uscente per l’Udc, che Formiche.net ha sentito dopo aver intervistato il manager Sergio Scalpelli, che sostiene la corsa di Gabriele Albertini.
Consigliere Marcora, ce la farete a spuntarla contro Maroni e a conquistare una Regione da quasi vent’anni nelle mani del centro-destra?
Assolutamente sì, ci sono tutte le possibilità perché vinca Ambrosoli. La Regione Lombardia non può cadere sotto la guida di Maroni.
La promessa di Maroni di trattenere il 75% delle tasse al nord non è efficace?
Credo sia pura demagogia e mi chiedo perché le riforme che propone non siano state fatte nei 17 anni in cui la Lega è stata al Pirellone con Roberto Formigoni.
Pensa che Fare per fermare il declino capitanato da Oscar Giannino, correndo da solo, possa togliere voti a Maroni e quindi favorirvi, come sostiene Berlusconi?
Evidentemente Giannino rappresenta un’altra idea in nuce ai liberali di centro-destra che piace e certo, finirà per aiutare la corsa di Ambrosoli.
Avete in mente una strategia elettorale precisa in questa fase per catturare gli ultimi voti degli indecisi?
Il tema vero è spiegare ai lombardi che lasciare la loro regione a Maroni sarebbe il più grave danno che si possa fare al nord. Il risultato dopo 17 anni di gestione Pdl-Lega è di forte difficoltà. Ci sono problemi seri di lavoro, soprattutto per i giovani. Per non parlare poi dell’orizzonte etico-morale. È stato attaccato l’orgoglio della purezza lombarda, quasi come nel 1992.
La borghesia milanese per chi voterà?
La borghesia di Milano, attenta e culturalmente avanzata rispetto ad altre parti del Paese, si sta mobilitando per Ambrosoli. Di fronte a un possibile disastro nella regione, ci sarà una rivoluzione pacifica del buon cittadino per far prevalere il centro-sinistra.
A cui parteciperanno anche alcuni montiani, come Ilaria Borletti Buitoni, candidata alla Camera con Scelta civica che ha dichiarato un voto disgiunto, scegliendo Ambrosoli invece di Albertini in Lombardia per far perdere Maroni. Cosa ne pensa?
Noi del Centro popolare lombardo abbiamo fatto alla luce del sole quello che Ilaria Borletti Buitoni sta dicendo ora, scegliendo di sostenere Ambrosoli. A livello nazionale c’è libertà di scelta e io voterò Monti.
Un giudizio su Gabriele Albertini?
È un’anatra zoppa. Ha poca credibilità perché candidandosi anche al Senato dimostra di non giocare in prima persona. La sua è una battaglia di secondo livello, al primo ci sono Ambrosoli e Maroni.
E sulla candidata del Movimento Cinque Stelle Silvana Carcano che pensa?
Sono deluso dall’offerta grillina, la trovo povera nei contenuti e le loro proposte mi sembrano non incisive per la Lombardia.
Lei proviene dal mondo dell’imprenditoria edile. Che aria si respira e cosa bisogna fare per risollevare la situazione?
La situazione è drammatica per tutti e in particolare per il settore delle costruzioni. C’è bisogno di una politica regionale a supporto con l’introduzione di norme urbanistiche che agevolino l’attività e di carattere finanziario con l’istituzione di fondi per sviluppare il tema della residenza e delle infrastrutture.
In Lombardia si gioca una partita importante anche a livello nazionale. Che scenario si prefigura dopo il voto?
È presto per dirlo ma è evidente che il senato è a rischio di forte instabilità e che l’accordo tra Mario Monti e Pierluigi Bersani sarà dovuto, oltre che probabile.