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Memorandum2013: la sfida (comune) sull’Agenda digitale

Innovazione, agenda digitale e possibilità di una collaborazione futura tra le forze politiche per proseguire il discorso delle riforme già avviate. Questo il tema della seconda giornata dell’iniziativa “Memorandum2013” promossa dalla fondazione Formiche in collaborazione con la Camera di Commercio di Roma, che ha visto la partecipazione del ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera, di esponenti della politica e dell’imprenditoria. (Guarda il reportage di Umberto Pizzi)

Il lavoro già fatto e le proposte del ministro Passera per il prossimo governo 

“Le riforme dovranno proseguire, chiunque governi”. Il ministro Passera ne è convinto. “Rimane l’insegnamento che quando si è in vera difficoltà, lavorare insieme si può e si deve”, ha aggiunto in una video-intervista, evidenziando che ”il lavoro fatto in questi tredici mesi ha lasciato un segno profondo”. ”Stiamo parlando di un Paese che ha visto lavorare insieme governo, parlamento e parti sociali su dossier e su leggi difficilissimi, su riforme che si aspettavano da anni se non da decenni”.

Ma al di là di valutazioni “che in campagna elettorale lasciano anche un pò il tempo che trovano, rimane l’esperienza di un Paese che quando è in difficoltà sa mettersi insieme”, ha spiegato. ”Certo fa un pò strano che da qualche mese ci si sia dimenticati di tutti i problemi e si facciano promesse in libertà. Ma rimane l’insegnamento che quando si è in vera difficoltà lavorare insieme si può e si deve”.

Per l’attuazione delle misure contenute nell’Agenda digitale, al centro del decreto approvato lo scorso dicembre, “faremo tutto il possibile e ancor di più”, ha sottolineato Passera. “Non dimentichiamo – ha spiegato – che stiamo parlando di una legge passata a dicembre e quindi si sta cercando di superare ogni vincolo di tempo”. Ma i due aspetti fondamentali del provvedimento sono stati realizzati. “La decisione dell’Agenzia digitale per l’Italia è stata fatta, così come la nomina del direttore, mentre lo statuto entro pochi giorni arriverà in fondo. Entro la fine di marzo dev’essere quasi tutto pronto”, ha affermato il ministro.

“L’innovazione – ha spiegato Passera – è ciò che caratterizza di più le azienda che crescono, che fanno occupazione ed esportazione e questo è un tema importante anche per come funziona lo Stato e il Paese”. Ad esso “ci siamo dedicati tanto” puntando sulle start up per cui è stato “creato un ambiente totalmente dedicato e amico”. L’altro grande capitolo dell’innovazione è costituito dall’Agenda digitale: “Si riesce a essere un Paese innovativo e efficiente se si riesce a sfruttare fino in fondo il potenziale che viene dalla digitalizzazione della P.A.”.

Le aspettative di Confindustria Digitale e dell’imprenditoria

Ma sono gli imprenditori a fare appello al governo perché si prosegua sulla strada delle riforme nel settore. “L’attuazione in Italia dell’Agenda digitale rappresenta la vera manovra di politica economica, in grado di determinare le condizioni strutturali per procedere alla riduzione delle tasse, mettere sotto controllo la spesa pubblica, semplificare e dare trasparenza alle procedure e ai risultati, offrire nuovi stimoli alla crescita dell’economia”, ha spiegato il presidente di Confindustria Digitale, Stefano Parisi. “Si tratta di mettere in cantiere un vasto programma della Pa e dei suoi rapporti con i cittadini e le imprese, di alfabetizzazione digitale di quelle fasce della popolazione ancora esclusa e di spinta verso l’Internet Economy”, ha proseguito.

Ma serve un forte commitment politico da parte del futuro governo, che assegni la responsabilità direttamente alla Presidenza del Consiglio.

Gregorio Fogliani ha sottolineato che “senza innovazione si muore”, e ha illustrato l’esperienza di Qui! Group, il gruppo di cui è presidente, attraverso la digitalizzazione per i buoni pasto. La loro gestione telematica è infatti in grado di rendere più efficiente, veloce e sicura ogni transazione attraverso i ticket.

Alberto Acito (Managing Director South East Europe di BlackBerry) ha invece spiegato come internet stia stravolgendo l’intera economia. Tuttavia, ha proseguito, “siamo solo agli inizi e che in Italia è necessario passare dalla legge alla sua attuazione. Inoltre – ha evidenziato – bisogna provare a stabilire un contatto importante tra pubblico e privato, che finora è stato visto con distacco dalla P.A. e che è invece una grande opportunità per il Paese”.

I commenti di Gentiloni (Pd), Palmieri (Pdl) e Rao (Udc)

E’ il mondo della politica a raccogliere le proposte dell’imprenditoria e a lavorare per riuscire  a vincere la sfida digitale nel Paese. L’innovazione tecnologica infatti può essere la risposta più importante ai due problemi principali del Paese: “Lo sviluppo e la crisi della rappresentanza. Su questo – ha spiegato il deputato del Pd Paolo Gentiloni – bisogna quindi avere un responsabile unico e forte, direttamente a Palazzo Chigi”. Gentiloni ha poi denunciato il ritardo italiano nell’e-commerce, insistendo sulla necessità di divenirne il Paese simbolo. Il prossimo governo secondo Gentiloni dovrà “impegnarsi nella valorizzazione e nella riorganizzazione dello spettro elettromagnetico” e nell’applicazione “dell’innovazione alle nostre città, consentendo una semplificazione dei servizi che vada a vantaggio dei cittadini”.

Una grande alleanza per colmare il divario culturale è invece la proposta del deputato del Pdl Antonio Palmieri, che preveda “il completamento del programma per la Scuola 2.0, il coinvolgimento della Rai nella promozione della cultura digitale, e un’azione sulla classe dirigente del Paese”. Anche Palmieri ha guardato alle responsabilità in materia, invocando un viceministro per l’Agenda digitale all’interno del ministero dello Sviluppo.

Roberto Rao, parlamentare dell’Udc, ha sottolineato il sostegno fornito al ministro Passera dagli esponenti di Pdl, Pd e Udc che si sono occupati di Agenda digitale. Rao ha parlato della libertà d’azione concessa dai partiti che ha permesso una collaborazione forte in materia. L’esponente dell’Udc ha però chiesto una maggiore sensibilità in materia digitale in tutti i ministeri, che dovrebbero avere un piano annuale di innovazione tecnologica, così da spazzare via anche esempi di arretratezza come le assunzioni e i concorsi per camminatori.

 



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