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L’Italia verso il record mondiale della pressione fiscale

Il tentativo di compensare gli effetti della crisi sul bilancio pubblico ha determinato le manovre italiane degli ultimi anni e sta avendo risvolti pesanti sul potere d’acquisto. E, con i timori di una nuova manovra, la pressione fiscale italiana si spinge alla testa nelle classifiche mondiali.

Nel rapporto “Politiche per il rilancio dei consumi e il sostegno alle famiglie in difficoltà”, realizzato per Indicod-Ecr, l’economista di Ref Fedele De Novellis spiega come siano molto probabili altri due contrazioni fra la fine del 2012 e l’inizio del 2013. “Il Pil del 2013 sarà di 100 miliardi sotto il livello del 2007 e di 220 miliardi al di sotto del livello corrispondente al trend pre-crisi. 220 miliardi quindi mancano nei bilanci delle famiglie, delle imprese, dello Stato. E il reddito disponibile in termini reali è tornato indietro alla metà degli anni Ottanta. Con dei rischi che gravano sulla ripresa del 2013-2014”, si legge.

La politica di bilancio resta quindi, ancora, di segno restrittivo, con effetti sulla riforma delle pensioni, tagli alla spesa pubblica e altro aumento delle aliquote Iva. “E tutto ciò comporta il timore di un’altra manovra correttiva”, spiega.

Ma stiamo andando verso il “record del mondo” di restrizione fiscale? “In base alle regole europee, e in linea con gli obiettivi del governo italiano – ha detto De Novellis – dovremmo realizzare nei prossimi anni un surplus primario di circa 80 miliardi l’anno. Ma occorre partire dal fatto che l’Italia ha già realizzato un enorme sforzo di correzione dei conti. Adesso bisogna ripartire dalla crescita”.

Quali politiche per uscire dalla crescita? “Occorre puntare ad una combinazione di tassi d’interesse-crescita più favorevole, con un livello del saldo primario-obiettivo meno ambizioso.
E’ poi necessaria una politica credibile per favorire la riduzione dei tassi d’interesse, e aumentare la crescita. La sfida – conclude – è nell’aumento della produttività”.



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