Svolta a Bruxelles? E’ presto per dirlo, ma certo le indicazioni giunte ieri possono essere la base di una revisione dell’impostazione ultra rigorista di stampo merkeliano finora seguita dalla Commissione di Bruxelles.
Che cosa è successo? Vediamo. Con un occhio anche alle previsioni macroeconomiche, e quindi anche sui conti pubblici, della Francia.
I Paesi che si sono impegnati concretamente sul fronte del consolidamento dei conti con misure strutturali di risanamento potrebbero beneficiare di un’estensione dei tempi per il rientro del deficit in caso di peggioramento improvviso del trend di crescita.
E’ quanto ha rilevato il commissario europeo agli affari economici e monetari Olli Rehn in una lettera inviata ai ministri finanziari dell’eurozona e inviata in copia anche al governatore della Bce Mario Draghi.
Sottolineato come il dibattito in corso sull’impatto dei piani di austerità sulla crescita non stia contribuendo a ricreare una situazione di fiducia a livello europeo, Rehn apre a una possibile revisione dei tempi caso per caso. “I programmi di consolidamento dei conti di ogni Paese – scrive Rehn – sono dettagliati in termini cosiddetti strutturali il che significa al netto degli effetti del ciclo di business e delle misure una tantum sul budget. Se la crescita dovesse deteriorare inaspettatamente, un paese potrebbe ricevere del tempo aggiuntivo per correggere il proprio deficit eccessivo purche’ abbia fornito lo sforzo fiscale strutturale concordato”. La lettera non nomina la Francia, che proprio oggi per voce del primo ministro Ayrault ha ammesso la possibilita’ che quest’anno il deficit non scenda al 3% del pil, ma ricorda come Spagna, Portogallo e Grecia hanno gia’ beneficiato di una simile dilazione dei tempi.