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Caro Giannino, è più facile Fermare il declino che fermare Zingales

Tutt’altro che una novità, solo un partito come tutti gli altri che manca di trasparenza e democrazia interna. E’ questo in sostanza il giudizio di Luigi Zingales, economista all’università di Chicago, uno dei promotori di Fermare il Declino, che ha deciso di dimettersi dal Movimento turbo liberista per contrasti con il leader, candidato a Palazzo Chigi, Oscar Giannino.

Le ragioni di Zingales

Il motivo dell’abbandono seguito allo strappo lo spiega lo stesso Zingales in un articolo pubblicato sul suo profilo Facebook. “I fatti sono i seguenti – scrive Zingales -. Quattro giorni fa, per caso, ho scoperto che Oscar Giannino ha mentito in televisione sulle sue credenziali accademiche, dichiarando di avere un Master alla mia università anche se non era vero. Anche la sua biografia presso l’Istituto Bruno Leoni ora prontamente rimossa riportava credenziali accademiche molto specifiche e, a quanto mi risulta, false. Questo è un fatto grave – prosegue Zingales – soprattutto per un partito che predica la meritocrazia, la trasparenza, e l’onestà. Ciononostante, il fatto per me ancora più grave è come questo brutto episodio è stato gestito. In una organizzazione che predica meritocrazia, trasparenza, ed onestà, la prima reazione avrebbe dovuta essere una spiegazione di Giannino ai dirigenti del partito, seguita da un chiarimento al pubblico. Invece Oscar si è rifiutato, nonostante io glielo abbia chiesto in ginocchio”.

L’offensiva del prof liberista 

Quanto successo, secondo Zingales, è un fatto grave perché “rompe il rapporto fiduciario tra cittadini e rappresentanti politici. Gli italiani sono alla disperata ricerca di leader politici di cui potersi fidare. Ma come possono fidarsi di un candidato leader che mente sulle proprie credenziali accademiche? In aggiunta, tollerare queste falsità mina alla base la credibilità di un movimento. Nessuna organizzazione e nessun partito possono essere completamente esenti dal rischio di disonestà e corruzione. L’unico modo per proteggersi è una politica di tolleranza zero che cominci fin dai vertici. In questo caso, purtroppo, Fare ha fallito”.

Il prof non vuole il Declino di Fare

Zingales però conferma il suo sostegno alla formazione liberista. “Per fortuna Fare non è solo Oscar Giannino. Ci sono decine di migliaia di attivisti fantastici che stanno lavorando sodo per cambiare l’Italia. Il mio cuore è con loro. Fare rimane la proposta politica migliore in questo momento molto difficile. Per questo voterò Fare. Ma, lo farò turandomi il naso, come il meno peggio, non con la passione con cui finora avevo abbracciato questo progetto”.

Gli auspici di Zingales

Ma dopo le elezioni, conclude il professore, è più che necessario che “Fare si trasformi, come promesso, in un partito democratico, in cui tutti, a cominciare dal leader, siano accountable delle loro azioni e ci sia tolleranza zero per certi atteggiamenti. Solo così Fare potrà evitare di degenerare nel solito marciume politico italiano. Anche la Lega e Forza Italia erano cominciate con grandi ideali: guardate come sono finite. Speriamo che a Fare non tocchi la stessa sorte”.

Le reazioni favorevoli a Zingales e la difesa di Giannino

E le prime reazioni sono tutte in favore di Zingales. Molti infatti sono si dicono sorpresi e amareggiati, in attesa di spiegazioni dal loro leader, Giannino, che proprio ieri è intervenuto sulla questione. Non ho “mai preso un master alla Chicago Booth – ha dichiarato da Matera – Mi hanno detto che in rete c’è una cosa che gira su un mio presunto master alla Chicago Booth. Vorrei chiarire che su questo c’è un equivoco. Io il master non l’ho preso alla Chicago Booth. Sono andato a Chicago a studiare l’inglese e così via. Bastava chiederlo e avrei risposto. Lo chiarisco perché – ha aggiunto – in rete c’è una cosa che monta. Luigi Zingales insegna alla Chigaco Booth, mi è capitato di parlarci ed è uno dei nostri fondatori. Insegna li’. Io sono stato a Chicago da giovane a studiare e – ha concluso – non ho preso il master alla Chicago Booth”.

Basta però la video-intervista a Repubblica Tv a smentire Oscar Giannino.


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