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Giannino intercettato è una barbarie ma Oscar ha sbagliato

Per capire le motivazioni che hanno portato Luigi Zingales a dimettersi da Fare per fermare il declino per l’ormai famoso master non vero di Oscar Giannino all’Università di Chicago, bisogna leggere il libro di Zingales “Manifesto capitalista. Una rivoluzione liberale contro un’economia corrotta”. In particolare un episodio raccontato in quelle pagine dal professore che insegna, davvero, alla Chicago Booth.

A suggerirlo su Twitter è il giornalista di Panorama Marco Cobianchi, che sugli economisti alla Zingales ha anche scritto un libro, “Bluff”. Quale episodio lo spiega a Formiche.net: “Per accedere ai corsi della prestigiosa università di Chicago, la quint’essenza del capitalismo mondiale, le matricole devono effettuare un’iscrizione che per dei nuovi arrivati può risultare complessa. Per questo, si era avviata la pratica tra gli studenti più grandi e navigati, del terzo e quarto anno, di farla al loro posto e poi rivenderla ai primini. Quando all’università si è venuto a sapere, tra i docenti si è sviluppato un dibattito tra due fazioni – racconta Cobianchi – la prima era benevola nei confronti dell’iniziativa perché i ragazzi così facendo avevano dimostrato di essere ingegnosi, creando valore in un modo non illegale. L’altra fazione voleva invece fermare la pratica perché pur non essendo vietata, violava comunque delle regole che precedono la legge, quelle etiche”.

E il liberista Zingales da che parte stava?

“Nella seconda. Per Zingales all’inizio dell’anno tutti i ragazzi dovevano partire dalla stessa linea e soprattutto ci sono della regole non scritte altrettante importanti rispetto a quelle scritte. Lo stesso vale per il master alla Chicago University millantato da Giannino: l’etica precede il libero mercato, secondo Zingales. È la sua filosofia. Per questo si è dimesso”.

Tanti hanno sottolineato il tempismo sospetto di questa sua decisione…

“Non voglio credere a una macchinazione. Zingales è uno dei più intelligenti liberisti ed è l’unico ad aver fatto pubblica ammenda dopo aver proferito per anni che la crisi economica mondiale non ci sarebbe stata e per il suo peana dei derivati nel libro “Salvare il capitalismo dai capitalisti”. Ciò mi fa pensare che è onesto e che tutto ciò che è successo con Giannino, dovesse succedere proprio ora”.

Proprio ora sono state pubblicate sul Giornale le intercettazioni di Giannino su presunte pressioni a Roberto Formigoni in un’inchiesta sulla sanità in cui il leader di Fare per fermare il declino è stato prosciolto. Che ne pensa?

“È vergognoso. Bisogna dire forte che non si devono pubblicare intercettazioni che non abbiano rilievo penale, tra persone incensurate. È una barbarie che deve finire. Giannino è un onesto professionista che in quelle intercettazioni parla con degli imprenditori. E altrettanto vergognose sono state le intercettazioni fatte sentire ieri tra Giuseppe Orsi e Roberto Maroni a Piazza Pulita su La7. A queste fughe di notizie non rilevanti dovrebbero rispondere soprattutto i magistrati”.

Pensa che il caso Zingales da una parte e queste intercettazioni dall’altra possano pesare sul risultato elettorale di Giannino che invece sembrava lanciatissimo?

“Ho paura di sì. È vero, come scrive oggi Massimo Gramellini sulla Stampa, che “con tutti i guai e i cialtroni che abbiamo” non è questo il problema. Il fatto che abbia detto una bugia sul suo curriculum aggiungendo un master che in realtà non ha mai fatto non è grave in sé, ma lo è per il fatto che sia stato proprio Giannino a dirlo. Come l’ha definita un altro fondatore di Fare, Michele Boldrin, è una “belinata”. E allora perché non ammetterla se si propugna la trasparenza e il merito? Temo che peserà anche il fatto che non abbia chiesto scusa. Quando uno viene beccato ci si aspetta che dica “Ho sbagliato, mi dispiace”. Tutti erano disposti a perdonarlo ma forse ormai è troppo tardi”.

L’intervista a Oscar Giannino su Repubblica:



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