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L’eredità di Expo 2015

Sviluppo sostenibile e sicurezza alimentare. Questi i temi chiave del progetto “Feeding knowledge”, avviato dalla società Expo 2015 Spa, che ha l’obiettivo di promuovere una rete di conoscenze e formazione sul tema, anche al fine di costruire un’eredità permanente dell’Esposizione Universale del 2015. E il sigillo sull’iniziativa, con la creazione dell’International Center Food and Environment Security, viene posto con la firma del protocollo di intesa tra l’ad della società, Giuseppe Sala, e il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini.

“Expo sta già lavorando sull’idea di avere un centro di ricerca internazionale permanente per lasciare un’eredità post-Expo. L’incontro con il ministro Clini è l’espressione del suo interesse a collaborare per raccontare il tema fondamentale, che è soprattutto quello della sicurezza alimentare e sostenibile, e fare qualcosa di duraturo”, spiega in una conversazione con Formiche.net l’ad della società, Giuseppe Sala.

A seguito della vittoria di Milano, quale sede dell’Expo universale del 2015, si è infatti avviata una riflessione circa l’opportunità di identificare un progetto che rappresentasse, al contempo, identità ed eredità dell’Expo stessa: una sorta di landmark che, sostituendosi a quello identificato dal dossier di candidatura con la Torre dell’Expo, rappresentasse un concetto nuovo di eredità permanente.

Il Centro, l’International Center Food and Environment Security, intende valorizzare i programmi di cooperazione ambientale internazionale del Ministero dell’Ambiente, diffondere conoscenza ed informazione e concorrere alla formazione di capitale umano e di capacità professionali favorendo quindi i processi di innovazione, sia tecnologica che organizzativa e gestionale. “E la collaborazione con il Ministero è necessaria perché a fine 2015 servirà qualcuno che manderà avanti il progetto”, sottolinea Sala.

E’ presto per esprimersi sull’importo dell’investimento necessario. “Vogliamo aspettare sessanta giorni per terminare l’analisi del progetto da affrontare e poi determinare quanto investire. La base di partenza si aggirerà comunque intorno ai 2 milioni, con l’augurio che la cifra sia maggiore”.

L’obiettivo? “E’ quello di creare un’entità che riesca ad aggregare enti pubblici locali e fondazioni”, osserva Sala.

Sono già 120 i Paesi che hanno aderito all’Expo, e il target finale è di 130, “soglia che raggiungeremo sicuramente – evidenzia Sala -. E il valore delle partnership con aziende importanti è di 250 milioni di euro”.

Lo stato dei lavori “può essere giudicato in maniera positiva. E’ una corsa ma siamo in tempo per fare tutto. L’Expo avrà inizio il primo maggio del 2015, ma per noi il momento della verità arriverà a fine 2013 quando assegneremo ai Paesi i singoli lotti”, spiega.

Con il nuovo governo, secondo Sala, non ci saranno variazioni di programma. “L’attività ormai è molto avviata. Naturalmente, oltre a quella del premier, attendiamo le nomine nei ministeri per noi di riferimento, e quindi i nomi del ministro dell’Economia, delle Infrastrutture, dell’Agricoltura e del Turismo”.

E come giudicare la collaborazione con il governo Monti? “Abbiamo avuto una notevole spinta. D’altra parte, il rappresentante dell’esecutivo nel cda della società, Alessandra Dal Verme, ci ha dato un grande aiuto in ambito operativo. Sul ruolo del governo Monti in merito ad Expo 2015 non posso che esprimere un giudizio assolutamente positivo”, conclude l’ad Sala.


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