“E’ solo un tweet”, minimizza con Formiche.net Filippo Sensi, il vicedirettore di Europa e curatore del blog Nomfup. Ma con quel semplice cinguettio, il giornalista ha ottenuto la smentita di Angela Merkel alle parole pronunciate ieri da Mario Monti. Andiamo con ordine e ricostruiamo la vicenda.
Ieri in un’intervista a Sky il candidato premier di Scelta Civica ha detto: “Non ne abbiamo mai parlato, ma dubito molto che la signora Merkel auspichi un partito di sinistra al governo in un grande Paese europeo in un anno di elezioni per la Germania”. Parole che hanno subito fatto il giro della rete e scatenato politici e giornalisti. In particolare Sensi, che ha chiesto tramite Twitter a Steffen Seibert, portavoce della Cancelliera tedesca, una conferma di quella notizia. E Seibert gli ha risposto: “Mi era già capitato in passato di avere un’interlocuzione con lui, sempre tramite Twitter, in occasione di un vertice europeo – spiega a Formiche.net – Silvio Berlusconi, ospite a Porta a porta, aveva fatto delle dichiarazioni sulla Merkel e io le avevo verificate contattando il suo portavoce che anche in quell’occasione mi aveva risposto”.
L’imbarazzo di Monti
L’imbarazzo che è scaturito dal tweet di ieri è andato in onda direttamente su La7 con il Professore, ospite di Lilli Gruber, costretto a chiarire il significato delle sue dichiarazioni: “Non sta né in cielo né in terra che un’eventuale collaborazione tra Scelta civica e il Pd debba passare per la benedizione della Merkel, nessuna delle due parti ha bisogno di quella benedizione. E poi, in un anno di elezioni in Germania a me sembra poco verosimile – ma non sto attribuendo dichiarazioni – che lei auspichi un tale accordo”.
L’interpellare Seibert, racconta Sensi, “non era nato per sbugiardare Monti, era solo una curiosità giornalistica per verificare un passaggio perché nella notizia tra Monti, il Pd e la Merkel, mancava la versione di quest’ultima”.
La forza di Twitter
Un episodio che dimostra ancora una volta la forza del sito di microblogging: “Twitter ha una caratteristica straordinaria rispetto agli altri mezzi di comunicazione – spiega il blogger e vicedirettore di Europa – e cioè il fatto che ci si possa rivolgere direttamente alle persone, anche al presidente degli Stati Uniti volendo, senza filtri, e aspettarsi una replica. Ha una velocità di esecuzione impressionante ma porta con sé anche una responsabilità di accuratezza perché quello che passa da lì non è cazzeggio ma ha delle conseguenze a cui bisogna pensare prima di twittare. I giornalisti che lo utilizzano – avverte Sensi – non si devono dimenticare che anche su Twitter i valori restano sempre gli stessi”.
L’altro scoop di Sensi
Il blogger era già finito su tutti i giornali due anni fa grazie a uno scoop che incastrava il ministro della Difesa britannico Liam Fox, accusato di aver permesso al suo amico del cuore, il 34enne Adam Werritty, di spacciarsi per suo consigliere senza avere alcun incarico ufficiale: “Sono stato solo una fonte di un’ottima inchiesta giornalistica”, dice modesto e in riferimento al caso di ieri: “Nessuno scoop, ho mandato un tweet. ‘E lo sventurato rispose’”.