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Lo scoglio del voto di fiducia al Senato

Bersani apre al movimento cinque stelle. Grillo replica “valuteremo ogni singolo provvedimento”. D’accordo, ma perché questo schema sia praticabile occorre che i grillini votino la fiducia al Senato all’esecutivo guidato dal segretario del Pd. Secondo il regolamento di Palazzo Madama, l’astensione equivale a voto contrario. Quindi, per esportare il “modello siciliano” a Roma, occorre che i grillini votino la fiducia al governo Bersani. L’uscita dall’aula è un ipotesi molto rischiosa. Se il giorno del voto di fiducia all’eventuale governo Bersani anche il Pdl – per ragioni chiaramente opposte – abbandonasse l’aula di Palazzo Madama, mancherebbe il numero legale e la votazione non sarebbe valida.

Quindi, il Pdl dovrebbe, per consentire la nascita del governo, restare in aula e magari astenersi. Ma a che pro? E cosa chiederebbe in cambio?

Alla luce delle difficoltà oggettive rappresentate dal voto di fiducia al Senato, non resta che chiedersi se l’apertura ai grillini sia mera pretattica, da parte di Bersani.

A mercati aperti, però, è ancor più lecito chiedersi se il paese possa permettersi della pretattica o abbia bisogno di soluzioni percorribili ed efficaci. E quindi, se un “governissimo” con un programma e personalità di alto profilo, sia la risposta da dare subito ad un Paese in serie difficoltà economiche e sociali.



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