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Lo scacco matto di Abe con la nomina di Kuroda alla BoJ

Il premier giapponese Shinzo Abe canta vittoria. Far ripartire la stagnante economia nipponica era stata la sua promessa agli elettori conservatori fiaccati dal costante calo dei prezzi. Un impegno che ora manterrà, con tutta probabilità, grazie alla sua longa manus nella Banca centrale del Giappone (BoJ).

Con la nomina da parte dell’esecutivo del nuovo governatore Haruiko Kuroda, già presidente della Asian Devolepment Bank, Abe si assicura,  per la sua aggressiva politica di allentamento monetario, una sponda più fedele di quella rappresentata dal precedente governatore, Masaaki Shirakawa.

Le nomine dei vertici

Sono stati inoltre nominati come vice governatori l’accademico Kikuo Iwata, fermo sostenitore della politica monetaria non convenzionale, e Hiroshi Nakaso, funzionario dell’istituto. I nuovi vertici della banca centrale dovranno ora avere il via libera dei due rami del Parlamento nipponico, stabilendo per le date del 4 e 5 marzo le audizioni dei nuovi vertici della Boj. A partire dal 19 marzo i posti di Governatore e quelli di vice Governatore della Boj resteranno vacanti.

I motivi della scelta

Kuroda, poi, è stato scelto per le sue doti diplomatiche, dice al Foglio Hiromichi Shirakawa, economista della banca svizzera Credit Suisse a Tokyo. “Kuroda non dovrà essere concentrato tanto sull’indice di inflazione o sull’andamento dello yen – spiega Shirakawa in un articolo di Alberto Brambilla – ma dovrà piuttosto assolvere il compito, molto politico, di convincere gli altri banchieri centrali, dall’Europa agli Stati Uniti, sulla bontà della linea deflazionistica giapponese e difendere la BoJ dalle critiche degli altri Paesi”. Non a caso, prosegue Brambilla, un altro candidato, Toshiro Muto, è stato scartato perché non ha un profilo internazionale (non conosce l’inglese).

Le aspettative elevate dei mercati

Il cambio di direzione potrebbe orientare la BoJ verso un’espansione monetaria forte perché il premier Abe si è prefissato il raggiungimento, prima possibile, di un tasso d’inflazione del 2% annuo, con lo yen che negli ultimi tre mesi ha già perso l’11% del suo valore contro il dollaro.
“Le aspettative sono elevate, e i mercati non saranno soddisfatti con la sola espansione delle politiche attuali”, spiega a Bloomberg Masamichi Adachi, senior economist alla JPMorgan di Tokyo. “La nuova leadership deve mostrarsi diversa da quella precedente”.

La tempistica

Kuroda, evidenzia Bloomberg, potrebbe decidere nuove azioni di stimolo monetario prima di aprile, in modo da dimostrare un approccio aggressivo per cambiare rotta dopo 15 anni di deflazione costante. Passi falsi ad aprile rischierebbero di deludere gli investitori, ha sottolineato l’ex banchiere centrale inglese Adam Posen. E dopo il terzo calo consecutivo dei prezzi a gennaio, un’azione risoluta sembra ancora più urgente.

I programmi monetari di Kuroda e il confronto con Shirakawa

Tomo Kinoshita, economista alla Nomura Holdings Inc. di Tokyo, è sicuro che la prima mossa sarà varare un programma di aumento di acquisto di titoli da parte della BoJ da circa 108 miliardi di dollari. (10mila miliardi di yen). L’ex governatore aveva invece deciso un programma d’acquisto da 76mila miliardi di yen e un piano di finanziamento bancario illimitato, ma non era riuscito a stimolare un aumento dei prezzi, tra gli avvertimenti costanti sui rischi che avrebbe potuto rappresentare uno stimolo eccessivo in questo senso. E i prezzi sono infatti calati dello 0,2% a gennaio rispetto all’anno precedente, con un tasso di disoccupazione al 4,2%.

Le priorità e i passi falsi da evitare

Il governatore Shirakawa ha perso tempo stampando yen per l’acquisto di titoli pubblici con scadenza inferiore ad un anno, scambiando, in sostanza, moneta per moneta. Secondo Bloomberg il nuovo governatore dovrà invece puntare ai titoli decennali sin dall’inizio, trovando inspirazione nelle politiche monetarie già decise dal numero uno della Fed americana, Ben Bernanke, e meno nella strategia “a breve” fatta propria dal programma Omt della Bce di Mario Draghi. L’idea è quella di concentrarsi subito su un serio sforzo di allentamento monetario e poi lasciare sbizzarrire i mercati carichi di liquidità.
Secondo: la chiarezza e la trasparenza. La buona notizia per Kuroda è che il benchmark in questo senso è molto basso. Dal governatore Mieno, che ha fatto esplodere la bolla immobiliare degli anni Ottanta fino al Shirakawa, i numeri uno della BoJ non hanno avuto grandi doti comunicative. Oltre ad illustrare l’arretratezza del Giappone, Kuroda deve essere trasparente sulle sue intenzioni per far riprendere le banche a erogare prestiti e a farli chiedere ai cittadini.
Terzo: Kuroda, per combattere la deflazione, non potrà porre solo un certo tipo di politiche. Dovrà invece spingere anche sulle riforme strutturali, a più lungo periodo, l’altra direzione obbligata per il premier Abe.
Quarto: stia attento ai rischi legati alla perdita di credibilità. E’ abbastanza evidente che la BoJ sarà con Kuroda il cagnolino del premier Abe. Ma il lavoro del governatore, sottolinea l’intelligentsia finanziaria, sarà aprire i rubinetti dello yen il più possibile. Se Abe voloesse più liquidità, secondo questa visione, Kuroda dovrebbe dire “Hai”, sì, e pomparla nel sistema con il dovuto rispetto.



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