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Chi nel Pd non si fida di Bersani ma di Napolitano

Pierluigi Bersani ha illustrato ieri a “Che Tempo che fa” il suo piano A, un governo da lui guidato, basato su 8 punti cui Grillo dovrà dare la sua fiducia, o tutti a casa, questo è il piano B. Un aut aut che non piace a molti all’interno del Partito Democratico, dove sembra farsi strada anche un piano C, che fa rima con Capo dello Stato. Potrebbe essere Giorgio Napolitano a sbrogliare la matassa, è la logica, indicando di sua iniziativa un nuovo esecutivo di alto profilo istituzionale e di garanzia con il compito di far approvare le riforme che servono al Paese, legge elettorale in primis. Un orizzonte che ovviamente non contempla l’attuale segretario Pd.

Governo di legislatura per Gentiloni
“Non è in discussione il diritto del Pd a fare una proposta, ma l’alternativa non possono essere elezioni immediate”, ha spiegato il deputato del Pd Paolo Gentiloni, intervistato dal Messaggero, consigliando a Bersani “una posizione flessibile” da parte del partito e sottolineando la necessità di “lasciare il Colle lavorare a un esecutivo possibile”.
Per Gentiloni, ci sono sì “due paletti: no a una coalizione politica con Berlusconi e no ad un voto immediato questa estate”, ma “chiedo umiltà al mio partito per mettere su un ‘governo possibile’ in grado di affrontare la difficile situazione. In queste condizioni è difficile immaginare un governo di legislatura”, prosegue Gentiloni, secondo cui “il programma dovrebbe essere molto circoscritto ad alcune decisioni economiche di un certo rilievo ed altre di natura politica come la legge elettorale, quella sui partiti e sul finanziamento”.

Governo a tempo limitato per Bettini
Anche secondo Goffredo Bettini, sempre sul Messaggero, “l’unica cosa che non si può fare, è andare alle elezioni subito, sarebbe un’avventura”. “Non c’è – aggiunge – lo spazio per un governissimo o per alleanze politiche durature, ma per un governo a tempo limitato, in grado di affrontare l’emergenza economica, il disagio sociale con misure di sostegno alle fasce più deboli, e la crisi istituzionale con decisioni drastiche di moralizzazione della politica e con una nuova legge elettorale”. Il Pd secondo Bettini “ha il compito di proporre a Napolitano questa via, questa linea, indicandogli di incaricare una personalità di alto profilo istituzionale e di garanzia in grado di rivolgersi a tutto il Parlamento e di verificare il consenso possibile”.

E, messaggio per Bersani, “è del tutto evidente che nessuno dei protagonisti della battaglia elettorale appena conclusa può riuscire in questo intento. Non è il momento delle recriminazioni interne, né di logiche ritorsive contro Bersani e il gruppo dirigente. E’ piuttosto il momento di indicare i passi giusti per non far precipitare il Paese in una spirale senza fondo”.

Governo del presidente per Veltroni
Sabato sul Corriere della Sera era stato Walter Veltroni ad esprimere dubbi su possibili accordi con Grillo: “Dico no ai governissimi e vedo difficile che Grillo sostenga o faccia nascere un governo del Pd”. Un Veltroni molto preoccupato per la situazione del Paese, “se non si capisce che questo è il tempo più difficile della storia italiana non si mette a fuoco il problema”, si affida all’esperienza di Napolitano per cercare una soluzione: “L’unica strada è un governo nato dall’iniziativa del presidente della Repubblica, che senza una maggioranza precostituita vada in Parlamento a cercare il consenso su un programma di riforme”.


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