Niente taglio dei tassi. Ma, d’altra parte, ci si prepari a un loro livello accomodante per tutto il tempo che sarà necessario. Il governatore della Bce, Mario Draghi, ci riprova. Dopo il “faremo tutto il possibile” di luglio e avendo assicurato che nessun contagio partirà dall’Italia, il capo dell’Eurotower si gioca un’altra carta per rincuorare i mercati. Sperando che ci credano. Ma lo scetticismo, dopo i dati sconfortanti sulla crescita nel 2013, è arrivato già. Christian Schulz, economista alla Berenberg Bank di London, mette già le mani avanti. “Mi aspetto che la Bce discuta di un innalzamento dei tassi verso la fine dell’anno”, ha dichiarato a Bloomberg.
“Per tutto il tempo che sarà necessario”
La Banca centrale europea manterrà una linea di tassi di interesse bassi e accomodanti, e così favorevoli alla ripresa economica “per tutto il tempo che sarà necessario”, ha affermato il presidente della Bce Mario Draghi in occasione del Consiglio direttivo. “La nostra linea resterà accomodante per tutto il tempo che sarà necessario – ha detto – con piena assegnazione” delle liquidità richieste dalle banche sui rifinanziamenti della stessa Bce.
Previsioni di crescita al ribasso
Di sicuro non sarà questione di mesi. La Bce ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita economica dell’area euro per il biennio in corso: ora sul 2013 si attende un Pil tra il meno 0,9 e il meno 0,1%, mentre sul 2013 stima tra una crescita a zero e un più 2%. Il ritornello di Draghi s’è ripetuto anche oggi. “La Bce si attende “una graduale ripresa economica nella seconda metà dell’anno” per l’area euro.
Meno frammentazione
Il gap crescente che preoccupa gli economisti non esisterebbe secondo la Bce. La frammentazione delle condizioni finanziarie tra Paesi dell’area euro “non sta peggiorando, ma sta recedendo”, ha affermato il presidente della Bce. Draghi ha citato tra i fattori che mostrano questo miglioramento i differenziali sui tassi di interesse dei prestiti bancari tra Paesi: “se paragonate gli ultimi 6 mesi con i precedenti 6 mesi sono tutti in calo. Questo significa che la dispersione dei tassi tra Paesi ora è più bassa. Certo – ha concluso – non lo è ancora abbastanza”.
Il risanamento dei conti e le riforme
E l’unica strada per recuperare competitività per i Paesi europei, secondo Draghi, resta quella delle riforme. Per gli Stati dell’area euro “è essenziale continuare ad attuare le riforme strutturali” sui quali si sono impegnati, e a proseguire il risanamento dei conti allo scopo di favorire ulteriori recuperi di fiducia.
Il voto italiano? Niente shock per i mercati
I mercati si sono mostrati meno “impressionati” dal voto in Italia rispetto ai politici e ai giornalisti, ha affermato Draghi. “Dopo un certo eccitamento iniziale, a seguito delle elezioni, ora i mercati sono tornati più o meno dove stavano prima”. Secondo il governatore i mercati “capiscono che viviamo in democrazia, siamo 17 Paesi, con elezioni locali e generali. Questo fa parte della democrazia che ci sta cara a tutti”. Ora come ora i mercati “appaiono meno impressionati” dalle elezioni in Italia di quanto non lo siano “i politici e giornalisti”.
Nessun contagio italiano
In Italia “molto dell’aggiustamento dei conti pubblici fatto andrà avanti in automatico – ha sottolineato -. E se guardate agli effetti di contagio” della breve fiammata di tensioni dei mercati seguita alle elezioni in Italia “sugli altri Paesi è stata limitata”, ha proseguito Draghi. “Questo è un altro segno positivo”. Del resto c’è il nuovo piano di possibili interventi calmieranti sui titoli di Stato da parte della Bce: “C’è l’Omt – ha detto Draghi – è pronto e funzionale. Le sue regole sono conosciute e la palla è nel campo dei governi”.
L’avvertimento al prossimo governo
“Sull’Italia, come per tutti gli altri Paesi posso dire che deve continuare sulle riforme strutturali e e costruire sul notevole risanamento dei conti pubblici che ha già attuato”, ha replicato a chi gli chiedeva se fosse “spaventato” dalla situazione politica del Paese. “Questa è la strada – ha detto – è molto importante perché questo porta al recupero di credibilità, e alla riduzione degli spread tra titoli di Stato e al calo dei tassi sui prestiti bancari” e così porta ad effetti benefici in termini di economia reale e lavoro.
L’impressione della stretta monetaria
“Il voto italiano ha portato al centro dell’attenzione la forza centrifuga della politica disfunzionale, ma il taglio dei tassi non è la risposta”, ha dichiarato a Bloomberg Richard Barwell, economista alla Royal Bank del Scotland Group Plc di Londra. Ma quali sono le risposte possibili della Bce alla crisi? “Oltre al taglio dei tassi, Draghi può muoversi decidendo prestiti a più lungo termine alle banche e stimolando i loro finanziamenti alle Pmi che stanno combattendo contro il credit crunch”, ha concluso. Le banche stanno infatti cominciando a ripagare i finanziamenti a tre anni loro concessi dalla Bce, una mossa che sta facendo dubitare gli economisti, preoccupati di una stretta prematura.