Osservava in Rivoluzione liberale, Piero Gobetti: “Il mussolinismo è […] un risultato assai più grave del fascismo stesso perché ha confermato nel popolo l’abito cortigiano, lo scarso senso della propria responsabilità, il vezzo di attendere dal duce, dal domatore, dal deus ex machina la propria salvezza”. E il deus ex machina si e’ di nuovo materializzato nella figura di un comico miliardario, forte dell’appoggio della ‘Casaleggio Associati’, la società informatica di Gianroberto Casaleggio e dell’endorsement della Goldman Sachs, il potente colosso della finanza statunitense che ha dato vita, come ha scritto Marc Roche su Le Monde del 14 novembre 2011, un suo ‘gouvernement Sachs’ europeo, con “una rete di influenza unica sedimentata nel tempo” e di cui quale fanno parte “a vari livelli Mario Draghi e Mario Monti”. Perché di nuovo? Perché tutto lasciava supporre che fosse arrivato al capolinea il deus ex machina che per vent’anni ha spadroneggiato in lungo e largo: Silvio Berlusconi, imprenditore al settimo posto della classifica di Forbes tra i più ricchi dell’Italia e al 194esimo tra i più ricchi al mondo con un patrimonio di 6,2 miliardi di dollari. Il novello deus ex machina, tra urla ed insulti, ha intimato: ‘arrendetevi, siete circondati dal popolo italiano’ alla classe politica e dileggiato la stampa da cui si tiene alla larga perche vuole, “con voce suadente, sbranare pubblicamente ogni eletto e simpatizzante del Movimento 5 Stelle e dimostrare al pubblico a casa che l’intervistato è, nell’ordine, ignorante, impreparato, fuori dalla realtà, sbracato, ingenuo, incapace di intendere e di volere, inaffidabile, incompetente”. Viceversa alla stampa estera si concede e tramite il Time fa sapere che “qualora il M5S non riuscisse nell’impresa di conquistare il 100% dei parlamentari, c’è il pericolo di violenza sulle strade, che per ora è stata bloccata grazie alle energie dello stesso Movimento, che è riuscito ad incanalare al suo interno in maniera pacifica tutto il malcontento presente nella società italiana”. Già, come notava Gobetti in Scritti attuali: “il fascismo è il governo che si merita un’Italia di disoccupati e di parassiti, ancora lontana dalle moderne forme di convivenza democratiche e liberali e che per combatterlo bisogna lavorare per una rivoluzione integrale, dell’economia come delle coscienze”. La presenza di due deus ex machina dice della perniciosa malattia di cui soffre, dal 1945, il Paese: una società restata strutturalmente legata al modello del ventennio fascista. E Gobetti indica la possibile cura della perniciosa malattia: la rivoluzione integrale dell’economia come delle coscienze, ossia la ricerca di un nuovo paradigma culturale depurato dalle ideologie fallite delle due Chiese, la comunista e la cattolica, che hanno dominato il ‘900. Ed e’ una rivoluzione liberale che oggi non riguarda solo l’Italia ma anche l’Europa per come è stata costruita: se mai c’e’ stata un’immagine di un’Europa unita, questa sta andando in mille pezzi per mancanza del supporto e della fiducia dei popoli che ne fanno parte.
Gobetti: il vezzo di attendere dal deus ex machina la salvezza
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