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La tenzone tra Grillo, Corriere e Time

Nel giorno in cui Beppe Grillo attacca le tv, i problemi gli arrivano dalla stampa. Da una parte l’inchiesta del settimanale L’Espresso sulle tredici società aperte in Costa Rica da Walter Vezzoli e Parvin Grillo, rispettivamente autista e moglie del leader del M5S. Dall’altra la citazione fatta dai media italiani della sua intervista al Time e in particolare dal Corriere.it. Il titolo che campeggiava sulla home del sito del quotidiano di via Solferino, per la verità in comune con molte altre testate e agenzie (“Se falliamo noi, violenza in strada”) è stato criticato dallo stesso autore dell’intervista, Stephan Faris.

In un tweet e poi in un post pubblicato sul blog dell’ex comico genovese il giornalista ha tenuto a precisare: “’E se falliamo noi violenza in strada’ del Corriere.it è una citazione fuori contesto. Grillo è stato chiaro: lui vede se stesso come un’alternativa alla violenza. Giusto per essere chiari, in nessun passo dell’intervista con il Time Grillo ha minacciato che ci sarebbero state violenze. Anzi, stava chiarendo che nella sua visione il M5S previene la violenza incanalando la rabbia del Paese all’interno del dibattito democratico. Il Corriere avrebbe dovuto avere l’attenzione di inserire la frase nel contesto originale, sembra più il prodotto di negligenza e ricerca di sensazionalismo che un deliberato e improprio uso”.

Il Corriere.it ieri si è limitato a riportare cronisticamente il parere di Faris. Ma dopo le tante critiche che gli sono piovute addosso dal popolo grillino, già abbastanza sul piede di guerra con i giornalisti italiani, il caporedattore Paolo Rastelli ha deciso oggi di intervenire sulla questione: “La mia opinione è che la polemica scatenata dal nostro titolo è sbagliata, strumentale e faziosa. Sbagliata perché basta leggere il testo originale per capire che la sintesi contenuta nel titolo era assolutamente corretta. E che la tesi del collega Faris è debole perché ogni titolo, per definizione, è svincolato dal contesto. È strumentale perché serve alla platea di alcuni militanti Cinque stelle (per fortuna non di tutti e soprattutto non dei tantissimi elettori del movimento) continuare a sentirsi perseguitati e ignorati dalla stampa cattiva. E si sa che nulla come un nemico serve per compattare le schiere. E’ faziosa perché ogni cosa viene letta attraverso la lente deformante della «cattiveria» dei media, il che evita la fatica di giudicare e capire. Il titolo, quel titolo, sulle dichiarazioni di Grillo non è stato fatto solo da Corriere.it ma dalla quasi totalità della stampa italiana, compresa quella più vicina alle istanze del Movimento 5 stelle”.

La guerra tra Grillo e i media italiani (purtroppo) continua.


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