Skip to main content

Ecco i primi dossier sulla scrivania di Papa Francesco

Nuova evangelizzazione, riforma della curia dopo l’affaire’ Vatileaks, dossier sui lefebvriani, piaga delle pedofilia. Sono queste le primissime sfide che il neo eletto, l’argentino e gesuita Jorge Bergoglio, Papa col nome di Francesco, dovra’ affrontare iniziando il suo pontificato. Innanzitutto, il tema della nuova evangelizzazione, madre di tutte le priorita’. Da anni, infatti, la Chiesa vive l’impetuosa sfida della secolarizzazione e della fuga dei fedeli. Tema sentito con una tale urgenza da essere stato tra i primi dibattuti nelle congregazioni generali tra tutti i cardinali che hanno preceduto il conclave, per definire la figura del nuovo Pontefice. E tema vissuto con vivida preoccupazione anche dal predecessore Benedetto XVI che nel 2010 ha creato un apposito dicastero, il pontificio consiglio della Nuova evangelizzazione, per rinvigorire e rafforzare l’annuncio missionario della Chiesa.

La riforma della Curia
Molto attesa dentro e fuori il Vaticano e’ anche un’energica opera di riforma della Curia. L’affaire’ Vatileaks scatenatosi con le lettere di protesta dell’ex presidente del Governatorato della Citta’ del Vaticano, mons. Carlo Maria Vigano’ che aveva intentato un’azione di pulizia nella struttura attraversata da corruzione e malaffare e poi “degenerato” con il clamoroso arresto del maggiordomo del papa, Paolo Gabriele, reo confesso di aver sottratto documenti riservatissimi dalla scrivania del Pontefice, ha rivelato una gestione poco efficiente della Curia e ha imposto, di fatto, a qualunque successore di Ratzinger il riassetto interno.

Il caso Vatileaks

Molte le tensioni consumatesi sullo sfondo di Vatileaks tra cardinali cosiddetti “curiali” e porporati provenienti da fuori, i quali, anche nel corso delle congregazioni hanno fatto sentire la propria voce chiedendo un cambio di passo.

I tradizionalisti
Nelle mani del nuovo Pontefice arrivera’ anche il dossier sui quattro vescovi ultratradizionalisti della Fraternita’ di San Pio X, i lefebvriani cui Benedetto XVI ha tolto, nel 2009, la scomunica comminata da Giovanni Paolo II. Dopo una prima fase di intense trattative, il negoziato si e’ arenato con i lefebvriani rimasti in una posizione ai margini della Chiesa, ne’ del tutto dentro, ne’ del tutto fuori. Lo scoglio, e’ l’accettazione del Concilio Vaticano II che i seguaci di mons. Marcel Lefebvre ancora rifiutano.

Gli abusi sessuali
Infine, il tema amarissimo degli abusi sessuali compiuti dai chierici. Una vicenda esplosa sotto il pontificato di Benedetto XVI con l’emergere di rapporti governativi e casi di pedofilia non solo negli Stati Uniti, primo Paese dove il tema e’ emerso con forza, ma anche in molti Paesi d’Europa, Irlanda in testa, ma anche in Germania, Olanda, Austria, Belgio e Italia.
Ratzinger ha impresso una svolta sulla piaga in passato gestita con meno incidenza, imponendo la linea della tolleranza zero, emanando nuove norme, piu’ restrittive e chiedendo accoratamente perdono alle vittime di abusi. Molto resta comunque ancora da fare. Come dimostrato dalle protesse che da piu’ parti del mondo si sono levate per la presenza nel conclave di cardinali accusati di aver coperto casi di pedofilia nel passato.

di Nina Fabrizio (ANSA)


×

Iscriviti alla newsletter