Nella sua Argentina natale, Jorge Mario Bergoglio è famoso per il suo spirito critico e di confronto. Anche contro i più potenti. Non teme di dire quello che pensa ed è stato sempre in prima fila – anche in piazza – quando si trattava di difendere il pensiero cattolico. I temi su cui è più appassionato sono la lotta contro la povertà, il consumo di droghe, la corruzione, l’aborto e, soprattutto, i matrimoni gay. Un argomento che ha reso molto tesi i rapporti con il presidente Cristina Fernández de Kirchner.
In una lettera diretta ai monasteri di Buenos Aires nel 2010, Papa Francesco ha sostenuto sul matrimonio tra omosessuali che “non si tratta di una semplice battaglia politica ma una pretesa distruttiva del piano di Dio”. Nella missiva spiegava che “uomini e donne hanno il mandato divino di crescere, moltiplicarsi e dominare la terra”, in chiara contrapposizione all’approvazione della legge argentina che permette le unioni tra persone dello stesso sesso promossa dal governo di Fernández de Kirchner.
Nel paese gaucho, Bergoglio è considerato moderato e flessibile ma molto conservatore quando si tratta del tema della famiglia. Il nuovo Papa ha partecipato a proteste e manifestazioni e ha mobilitato tutti i sacerdoti in difesa dell’unione familiare. Hanno creato molto scalpore le vigilie organizzate alle porte del Parlamento durante il 2010, con candele e rosario in mano, per protestare senza sosta contro il progetto di legge delle unioni gay – poi approvato – e che Bergoglio avevo qualificato come “una guerra contro Dio”.
Forse per questo il presidente ha incontrato Bergoglio solo settimane dopo la sua nomina come arcivescovo di Buenos Aires nel 2007 e non ha assistito ad una sua messa. “Non c’è relazione tra la Chiesa e il governo”, ha detto Bergoglio dopo che nel 2005 è stato sospesa l’omelia a seguito dell’annuncio della Kirchner di non assistere alla cerimonia religiosa. Ieri però il presidente argentino si è detto felice della “scelta storica per l’America latina”, secondo il quotidiano argentino El Clarin.
“L’aborto, l’uso di preservativi o le unioni tra omosessuali non sono punti fondamentali del diritto alla vita che chiede la Chiesa, che consiste nel vivere e non ammazzare, lasciare crescere, alimentare, istruire, guarire e lasciare morire con dignità. Non interferendo con manipolazione”, ha sostenuto Bergoglio in un’intervista al quotidiano La Nación nel 2007. L’arcivescovo di Buenos Aires era critico nei confronti di un Paese che applica la pena di morte mediante l’aborto e l’eutanasia di anziani attraverso l’abbandono. “Questa cultura è una nuova forma di Illuminismo che esprime il progressismo storico, senza radici e rappresenta un terrorismo demografico”, ha avvertito l’allora presidente della Conferenza episcopale argentina.
Un altro tema su cui Bergoglio è stato acerrimo critico è quello dell’uguaglianza sociale e lo sviluppo industriale. Secondo il quotidiano argentino Página 12, durante il conflitto tra il governo e le organizzazioni agricole, Bergoglio ha chiesto al presidente Fernández de Kirchner un “gesto di grandezza” di fronte alla proteste e ha denunciato l’omogeneizzazione del pensiero e la “esasperazione sociale”.
Il discorso di Bergoglio contro il traffico di persone
Il discorso di Bergoglio contro la povertà come forma di violazione dei diritti umani
Il discorso di Bergoglio contro la corruzione