Il Wall Street Journal non ci gira attorno: “Non c’é dubbio, con Cipro l’Eurozona ha passato il Rubicone”. Il prelievo forzoso deciso dall’Unione europea sui conti ciprioti, contraltare di un piano di aiuti da 10 miliardi, ha infatti scatenato il panico, e le critiche, non solo sull’isola.
Forti cali sono registrati sulle piazze europee, ma i timori arrivano anche sul piano politico. L’approvazione delle misure da parte del parlamento cipriota e dei Paesi europei, specialmente del Bundestag tedesco, alimenta infatti qualche dubbio. Ma soprattutto, il piccolo malato d’Europa rischia di contagiare i vicini del Mediterraneo. Italia in primis?
L’andamento dei mercati
Il tasso sui titoli con scadenza febbraio 2020 è salito di 196 punti base al 10,51% e il rendimento dei Bond triennali (novembre 2015) sono balzati di 404 punti base al 13,56%. Ma la settimana comincia in perdita anche per le Borse europee, con Francoforte che segna -1,01%, Parigi -1,13% e Londra è in calo dello 0,62%. Avvio in forte ribasso per la Borsa di Milano con il Ftse Mib segna -2,16% e l’All-share -2,01%.
I dettagli del piano Ue-Fmi
In cambio degli aiuti (scesi a 10 miliardi di euro dai 17 preventivati) “sono state imposte una serie di condizioni come un prelievo una-tantum sui conti bancari, un contributo dei detentori di bond junior, un aumento dell’aliquota alle imprese (dal 10% al 12,5%) ed un piano di privatizzazioni. Il prelievo forzoso sui conti bancari ha però suscitato più scalpore di tutti. Esso prevede un prelievo una tantum del 6,7% per i conti inferiori a 100.000€ e del 9,9% per quelli superiori. Domani il piano sarà sottoposto al voto del parlamento”, spiega l’ufficio studi Mps. Intanto il governo cipriota ha deciso di non far aprire domani gli istituti di credito dopo la chiusura per festività di oggi.
Le prossime tappe
“Ora – prosegue l’ufficio studi – spetta alla Troika preparare un Memorandum Of Understanding (MoU) che sarà poi visionato dall’eurogruppo e poi approvato dai membri dell’Esm. I ministri finanziari della zona Euro infine si attendono che l’approvazione della proposta per l’assistenza finanziaria giunga nella seconda metà di aprile per essere poi completata con le procedure nazionali. In particolare la cancelliera Merkel dovrà chiedere l’approvazione al Bundestag”.
I rischi della decisione
Per 6 miliardi di euro, meno dell’1 per mille del Pil dell’area dell’euro, ma che costituisce 1/3 del Pil cipriota (che, ricordiamolo, ha una economia con un PIL pari all’1% di quello italiano), secondo l’economista Gustavo Piga “abbiamo deciso di correre due immensi rischi, perdere il supporto di una larga parte della popolazione cipriota sul progetto europeo e aumentare la paura dei risparmiatori mondiali sugli investimenti nell’area euro, con tutti i connessi impatti sui rendimenti richiesti sulle attività in euro e sulla (accresciuta) probabilità di un effetto contagio sui depositi delle banche degli altri Paesi euro in caso di future notizie macroeconomiche negative appunto in quel Paese”.
“Ci sarebbe costato una scodella di lenticchie ad ognuno di noi, venire incontro ai ciprioti nel momento di difficoltà. Ripetiamolo. Per un piatto di lenticchie che non abbiamo voluto mettere a disposizione dei cittadini ciprioti (manco fosse colpa loro la cattiva sorveglianza del sistema bancario locale e dei suoi eccessi, e che le autorità europee non c’entrassero per nulla) ci ritroviamo con un rischio interno ed esterno molto più grande di prima”, conclude.
Le critiche di Mosca
Le voci contro la misura decisa da Bruxelles arrivano anche dalla Russia. Per il Cremlino il prelievo forzoso sui conti bancari annunciato dalle autorità cipriote “è ingiusto e pericoloso”. Il piano di salvataggio per Cipro proposto da Fmi e Ue infatti riguarda la Russia da vicino: secondo varie stime, gli asset appartenenti a cittadini o società russe – per la quali Cipro costituisce un deposito offshore – ammontano a circa 20 miliardi di euro. La Russia aveva già accordato nel 2011 un prestito di 2,5 miliardi di dollari alla Repubblica di Cipro, la cui economia è stata messa in ginocchio dai forti vincoli con il settore bancario greco. E per discutere una possibile ristrutturazione di questo prestito, il ministro delle Finanze cipriota, Michalis Sarris, sarà a Mosca mercoledì.
Il giudizio di Krugman
L’economista Paul Krugman tenta di inquadrare la decisione di Bruxelles e del Fmi. È possibile cercare di capire perché stanno facendo questo: Cipro è un paradiso fiscale, soprattutto per le attività di uomini d’affari russi, il che significa che ha un settore bancario estremamente sovradimensionato (si pensi all’Islanda) e che un salvataggio senza prelievo sarebbe stato visto come un piano di salvataggio non solo di Cipro, ma anche dei russi, qualcosa di incerta integrità morale”, ha sottolineato.
L’Italia vittima del contagio di Cipro?
I timori del guru dei mercati Hugo Dixon per un contagio di Cipro riguardano l’Italia: “Non ha un governo e ha già deciso un prelievo forzoso (quello Amato dello 0,6% nel 1992)”, ha spiegato.
Il denaro per Cipro “doveva essere trovata per evitare che il sistema finanziario collassasse. Ma imporre una tassa del 6,75% sui depositi assicurati è una sorta di rapina legalizzata”, ha commentato.