No, i complotti no, per cortesia. E neppure le dietrologie, suvvia.
Mentre Pierluigi Bersani annuncia che entro stasera andrà al Quirinale a riferire al capo dello Stato, dalla galassia Pd inizia a essere percepiti segni di fastidio misti a segnali di stampo complottistico.
Emblematico è il titolo di apertura di oggi del quotidiano l’Unità. “Patto Grillo-Berlusconi: fermare il cambiamento”, titola il quotidiano vicino al Pd.
Arduo scorgere dalla cronaca politica di ieri questa impressione: inaffti Grillo ha sbertucciato in egual modo sia Bersani che Berlusconi con i trenta no; e il leader del Movimento 5 Stelle ribadisce a ogni pie’ sospinto di voler distruggere politicamente sia il Pdl che il Pd meno elle.
Piuttosto i fatti inducono a ritenere che una soluzione allo stallo post elettorale può arrivare al contrario da una collaborazione tra il Pd e il Pdl. Luciano Violante al Corriere della Sera ha auspicato che la ipotizzata Convenzione per le riforme sia guidata da un esponente del Pdl. Inoltre non sono smentite le possibilità che la Lega possa avere un atteggiamento benevolo verso un esecutivo a guida Pd. E sono poi acclarati i contatti tra i maggiorenti del Pd e del Pdl (come Maurizio Migliavacca e Denis Verdini). Così come sono ormai di dominio pubblico i contatti tra vertici del Pd ed esponenti di Grande Sud.
I patti, quindi, non sarebbero tra Grillo e Berlusconi…
Insomma, lo scantonamento complottistico è l’ultima spiaggia del prossimo fallimento politico del progetto di un governo testardamente a guida Pd che non vuole fare i conti con i numeri.