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A che cosa punta la guerriglia di Berlusconi sulle scelte di Napolitano

La guerriglia di parole berlusconiane nei confronti dei saggi, e di fatto contro le ultime scelte di Giorgio Napolitano, ha un obiettivo: il Quirinale.
Il Pdl vuole rassicurazioni sul “nome di garanzia” del nuovo presidente e non si fida delle mosse del Pd. Le commissioni dei saggi che Giorgio Napolitano ha creato (anche) per fornire una base di dialogo tra lo stesso Pdl e il Pd non convincono Silvio Berlusconi. Eppure il Cavaliere inizialmente aveva dato il via libera alla partecipazione di un uomo fidato, come Gaetano Quagliariello, al gruppo che studia la legge elettorale.
Il timore, sollevato fin dai primi momenti dai più scettici del Pdl, è che i gruppi servano soltanto a far recuperare tempo al Pd (alle prese con una lotta intestina violentissima) e a spuntare l’arma di ricatto del “voto a giugno”. E a questi sembrerebbe aver dato ascolto Berlusconi. Poco dopo l’annuncio del Colle della prima riunione dei due gruppi (domattina al Quirinale), Angelino Alfano rompe gli indugi: “O c’e’ un’intesa politica piena che conduca a un Governo di larga coalizione – avverte – o e’ indispensabile andare subito al voto senza che sia resa impraticabile la finestra elettorale di giugno”.

Lo spauracchio delle elezioni a giugno-luglio (possibile solo nel caso si arrivi immediatamente alla nomina del nuovo capo dello Stato, l’unico che potra’ sciogliere le Camere) è un messaggio chiaro al Pd: discutiamo su governo e Quirinale.


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