Un leader misterioso di soltanto 29 anni di età sta facendo tremare il mondo di paura. Si chiama Kim Jong-Un ed è riuscito, insieme al padre e il nonno, a isolare la Corea del Nord. Come stanno reagendo i paesi occidentali, gli Stati Uniti, la vicina Corea del Sud e la Cina, lo sappiamo. Ma come vivono queste ore di tensioni i cittadini nordcoreani? Nel paese non c’è internet né tanto meno una stampa libera. Il controllo sui libri, riviste e tv è totale.
Ma tra alcune fessure di questo ermetismo ideologico si sono infiltrati alcuni cronisti che, dopo avere trascorso del tempo in Corea del Nord, hanno raccontato la vita quotidiana dei nordcoreani.
Il giornalista americano Blaine Harden è riuscito a raccogliere le testimonianze di alcuni prigionieri dei campi di lavoro forzati vicino a Pyongyang, visitando anche alcuni gulags e scrivendo il libro “Fuga dal Campo 14”.
Il potere della paura
“La propaganda della Corea del Nord ha molto effetto. Comincia nella scuola e si basa sul passato reale. Durante la guerra, gli Stati Uniti hanno bombardato la Corea del Nord e più del 85% delle infrastrutture è stata rasata al suolo. Quello è successo tra il 1950 e il 1953, molto tempo fa, ma per i nordcoreani, che vivono isolati e sotto molta manipolazione, è come se fosse stato ieri”, ha scritto Harden.
Per questo motivo, quando Kim Jong-un annuncia che gli aerei americani stanno sorvolando la penisola coreana, la paura reale torna e questo dà più potere al regime.
Senza elettricità e con fame
Un’altra caratteristica della vita dei nordcoreani è che sono tutti profondamente poveri. Persino l’élite vive peggio di un lavoratore medio in Seul. La maggiore parte della popolazione, che vive fuori da Pyongyang, non ha elettricità e un terzo soffre di denutrizione. Secondo Harden, il governo presenta un’immagine che non è reale ma la popolazione non ha gli strumenti per capirlo.
Nonostante durante la carestia degli anni ‘90 sono state maturate alcune consapevolezze, il fatto che non c’è internet né i social network impedisce la condivisione l’informazione. I nordcoreani sono socialmente atomizzati e l’onnipresenza della polizia segreta li mantiene così”, ha scritto il giornalista. Ma anche nel caso di quella carestia il governo diede la colpa agli nemici stranieri.
La minaccia dei dvd
Barbara Demick, giornalista di Los Angeles Times ha scritto un libro con il titolo “Nulla da invidiare. Vite reali in Corea del Nord”, in riferimento alla canzone popolare per bambini: “Non abbiamo nulla da invidiare al mondo”. Secondo Demick è proprio la restrizione all’accesso all’informazione una delle basi sulla quale si sostiene il governo nordcoreano.
“Il regime è terrorizzato dall’industria pirata dei dvd perché permette alla gente di affacciarsi al mondo esteriore”, ha detto Demick. Film come “Titanic” o “Via col vento” hanno una diffusione libera. Il problema sono quelli più recenti, i telefilm dove ci sono microonde, lavatrici e frigoriferi pieni di cibo che portano la vita moderna oltre le frontiere nordcoreane. Senza tv, internet e radio i nordcoreani possono credere al regime e vivere nell’illusione che non hanno nulla da invidiare al resto del mondo.