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Gli interessi del pellegrinaggio di Cameron in Europa

Londra val bene una trasferta. Il premier britannico David Cameron tenta la strada, obbligata, della grande diplomazia, dopo che la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese François Hollande hanno snobbato la tanto annunciata richiesta inglese di revisione sulle relazioni tra Bruxelles e gli Stati membri. Ma a prevalere è la necessità di far guadagnare una posizione più vantaggiosa al Regno Unito, stretto tra recessione e alti livelli di deficit.

Il programma delle visite

Ad inizio anno Cameron aveva incontrato forti resistenze da parte degli altri Stati membri dell’Ue, in particolare Francia e Germania, dopo avere annunciato l’intenzione di rinegoziare i termini di adesione della Gran Bretagna all’Unione e di voler indire un referendum sulla permanenza nella Ue. Ed il premier incontra oggi a Madrid il premier spagnolo Mariano Rajoy, mentre in serata avrà un cena di lavoro a Parigi con il presidente francese François Hollande. Venerdì il premier britannico incontrerà anche la cancelliera tedesca Angela Merkel.

La modifica dei trattati

“Mi batto per ottenere la riforma della Ue, per il semplice motivo che abbiamo bisogno di un’Europa più aperta, più competitiva, più flessibile” e per questo motivo “sono certo che i trattati saranno cambiati”. È la convinzione espressa dal primo ministro britannico David Cameron nella prima intervista concessa a un gruppo di quotidiani europei (per l’Italia Il Sole 24 Ore).

Lo scetticismo inglese

Nell’intervista Cameron ha elogiato Mario Draghi per le “mosse coraggiose adottate dalla Bce nella crisi dell’eurozona”, ma nel contempo ha respinto con forza “il principio che sembra diffondersi secondo cui la Gran Bretagna è un cattivo europeo”, perché l’atteggiamento di Londra è dettato da uno “scetticismo nel vero senso del termine: vogliamo conoscere i dettagli di quanto ci è proposto”.

Quanto vale la Gran Bretagna per l’Ue

Ad essere difesi a spada tratta sono anche gli interessi della City: “La Gran Bretagna è responsabile del 40% dell’industria europea dei servizi finanziari. Non farei il mio mestiere se non mi battessi per tutelare questa realtà che è molto importante per il futuro della Ue”.


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