Romano Prodi ritiene che Margareth Thatcher, al pari di Ronald Reagan, sia la responsabile della crisi che il mondo sta attraversando. Il che, visto dalla parte di Cicerone, equivale ad attribuire agli infidi emiliani la colpa della fine della repubblica romana per aver consentito a Giulio Cesare di aver attraversato il Rubicone.
L’ansia di poter esprimere il proprio pensiero nei confini di un tweet gioca un brutto scherzo anche al possibile candidato per il Quirinale. Ma apre anche uno squarcio sulle nostalgie dell’ex presidente dell’Unione Europea.
Prodi ha nostalgia del vecchio mondo diviso in due dalla cortina di ferro, in cui le mai abbastanza lodate forze popolari e il mai abbastanza biasimato capitalismo convivevano grazie alla mediazione delle varie dc o socialdemocrazie dell’Ovest, foraggiate dalla redditività garantita da mercati chiusi e dall’esclusione dal ciclo dello sviluppo di quelli che, con eufemismo, erano giudicati emergenti.
La Thatcher, che ha contribuito alla caduta della cortina di ferro, ha la “colpa” di aver scatenato animal spirits che hanno portato sviluppo e nuova dignità per alcuni miliardi di persone.
Una parte non secondaria dell’Occidente ha saputo stare al passo, altri (destra o sinistra poco importa) sono vittime della nostalgia per il buon tempo antico. Ma la storia, ahimè, non si ferma.