3700 miliardi di dollari. Le cifre messe sul tavolo dal presidente degli Usa, Barack Obama, sono consistenti. I tagli del Sequester sembrano acqua passata, anche se la proposta di Obama non avrà vita facile nelle mani del Congresso. I repubblicani approveranno una misura simile? L’obiettivo della Casa Bianca, comunque, è semplice: il sostegno alla classe media. E se a parlar di miliardi tremasse la voce a qualcuno, Obama ha la risposta pronta: ad aumentare non sarà il deficit, ma la crescita economica e i posti di lavoro.
I dettagli
Il presidente ha presentato la nuova finanziaria al Congresso, con 3.770 miliardi di dollari di spese. L’obiettivo è quello di ridurre il deficit nei prossimi 3 anni (nel 2014 al 4,4%, contro il 5,5% del 2013), anche attraverso più tasse ai ricchi: l’aliquota sopra il milione di dollari salirebbe almeno al 30%.
Gli investimenti per settore e il credito d’imposta per le Pmi in espansione
In particolare per l’anno fiscale 2014 la manovra propone investimenti per 50 miliardi di dollari in strade, ponti e lavori pubblici in generale, cui si aggiungono un miliardo per sostenere l’innovazione nel comparto manifatturiero e un ulteriore miliardo per l’istruzione superiore. Previsto anche un credito d’imposta del 10% per le Pmi che assumono dipendenti o aumentano i salari.
Obiettivo crescita
“Spesa per investimenti e tagli agli sprechi possono coesistere”, ha detto Obama, spiegando che ci sarà un aumento delle tasse sul tabacco per aiutare l’istruzione scolastica. Obama, ribadendo anche l’intenzione di aumentare il salario minimo, ha commentato: “La mia finanziaria taglierà gli sprechi e rivedrà i vantaggi fiscali per i più ricchi”, assicurando come con la sua finanziaria ad aumentare non sarà il deficit, ma la crescita economica e i posti di lavoro. Il sostegno “alla classe media è alla base di ogni mia decisione: è così dall’inizio del mio mandato”, ha concluso.
Forse in americano non sono solo gli aggettivi ad essere anteposti ai sostantivi. Oltre alla grammatica, sembra essere anche la teoria economica ad aver invertito i concetti rispetto alla tendenza tanto forte in Europa: prima crescita, poi deficit. Almeno nelle proposte.