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La crisi comincia a spaventare anche Rehn e Bruxelles

Niente paura. Bruxelles è consapevole che la situazione “è seria”, ma l’azione decisa degli Stati dell’Unione europea sta contribuendo a ribilanciare l’economia europea. C’è chi fatica a crederci, ma ad essere così convinto è il vicepresidente della Commissione europea, Olli Rehn.

Metà degli Stati colpiti dalla crisi

La crisi che colpisce ormai metà degli Stati membri, con tredici stati su ventisette alle prese con squilibri macroeconomici che preoccupano la Commissione Ue. Bruxelles ha sottolineato che c’è molto da fare per molti dei governi europei. Belgio, Bulgaria, Danimarca, Finlandia, Francia, Gran Bretagna, Italia, Malta, Paesi Bassi, Slovenia, Spagna, Svezia e Ungheria sono i paesi finiti nel mirino della Commissione europea.

Il monito all’Italia

Riconosciuto che “il considerevole sforzo di consolidamento” avviato dal governo “ha contribuito a ridurre in modo decisivo, dalla seconda metà del 2012”, i costi del debito italiano, l’esecutivo di Bruxelles tuttavia ricorda: “L’Italia resta vulnerabile a improvvisi cambiamenti del sentimento dei mercati, sottolineando la necessita’ di mantenere il miglioramento del bilancio in termini strutturali, in modo da mettere il rapporto debito/pil su un percorso costante di riduzione”.

Gli squilibri

L’elevato debito pubblico e la perdita di competitività “continuano ad essere i principali squilibri macroeconomici individuati” dalla Commissione Europea per l’Italia. La nuova governance economica dell’Unione “permette di indirizzare preventivamente gli squilibri creando le basi per una crescita sostenibile”, ha spiegato Rehn.

Le sfide

Agli Stati con problemi di bilancio, secondo quanto ha sottolineato Rehn, si richiede ”un impegno deciso per le riforme strutturali”, perche’ la situazione è seria e a Bruxelles ne sono consapevoli. ”L’azione decisa degli stati dell’Unione europea sta contribuendo a ribilanciare l’economia europea”, ha detto Rehn. ”Restano però ancora sfide importanti”. Settori bancari fragili, debiti sovrani elevati, alto tasso di disoccupazione, debolezza dei settori industriali e dell’export, sono le cause che rendono meta’ Unione europea incapace di rispondere alla crisi. La Commissione europea elaborerà raccomandazioni specifiche ”per correggere gli squilibri attuali e prevenirne di nuovi” all’interno delle raccomandazioni specifiche per paese che l’esecutivo comunitario pubblicherà il 29 maggio



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