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Kerry a Seul, diplomazia a lavoro sul 38esimo parallelo

Parla la diplomazia oggi a Seul. È iniziato dalla capitale sudcoreana il primo tour asiatico del segretario di Stato americano, John Kerry, che in cima all’agenda dei colloqui ha le tensioni nella penisola coreana e le discussioni su come arginare provocazioni del regime di Pyongyang.

Un chiaro invito al dialogo rivolto al giovane leader nordcoreano, Kim Jong-un, e ai suoi generali è arrivato oggi dal governo del Sud. In un incontro con i parlamentari del Partito Saenuri, forza politica di maggioranza, la presidentessa Park Geun-hye ha sottolineato l’importanza del dialogo nella risoluzione delle tensioni intra-coreane.

Citata dall’agenzia Yonhap, la presidentessa ha detto di essere pronta a sentire l’opinione del Nord, per trovare una soluzione a cominciare dal ripresa della produzione nel complesso industriale congiunto di Kaesong ferma da giorni per la decisione del governo di Pyongyang di non mandare temporaneamente a lavoro gli oltre 53mila operai nordcoreani impiegati dalle società del Sud.

Conferme delle aperture di Seul erano già arrivate in precedenza dal portavoce del ministero per la Riunficazione, Kim Hyung-suk. La Corea del Sud ha invitato il Nord al dialogo, ha chiarito dopo la confusione di ieri, in cui un intervento di Park prima e uno del titolare della Riunificazione Ryoo Kihl-jae poi avevano fatto sorgere il dubbio se il governo stesse chiedendo veramente l’apertura di colloqui o semplicemente non escludesse l’ipotesi di sedersi a un tavolo per far calare la tensione.

Tutti temi sul tavolo dell’incontro tra Kerry e Park e tra il segretario di Stato e i comandanti statunitensi in Corea del Sud. Mentre si rincorrono le notizie sull’ipotesi che Pyongyang possa condurre il lancio di un missile a medio raggio in occasione delle celebrazioni dell’anniversario della nascita dell’eterno leader e fondatore della patria Kim Il-sung.

Alla vigilia della visita di Kerry è inoltre trapelata l’indiscrezione sull’intenzione di esortare Pechino a premere sull’alleato nordcoreano, sebbene riluttante a sentire i consigli del fratello maggiore, affinché ponga fine alle provocazioni. Dal canto suo Pechino ha rimarcato l’attenzione data alla situazione nella penisola coreana, smentendo tuttavia quanto riportato dalla stampa straniera secondo cui sarebbe in corso un aumento delle truppe cinesi al confine.

Sul versante statunitense ieri è invece stato il giorno di una polemica interna alle agenzie di intelligence. Il deputato repubblicano Dough Laborn ha infatti reso pubblici alcuni estratti di un rapporto della Defence Intelligence Agency sulla presunta capacità nordocoreana, sebbene ancora bassa, di montare testate nucleari su missili. A stretto giro è arrivata una nota del Pentagono in cui si sottolineava come sarebbe “inaccurato sostenere che il regime nordcoreano abbia pienamente testato, sviluppato o dimostrato il tipo di capacità nucleari” indicate nel dossier”. Precisazioni seguite da quelle del ministero della Difesa di Seul.


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