È il giorno di Fabrizio Barca. Il suo manifesto politico “Un partito nuovo per un buon governo” è il biglietto da visita con cui il ministro della Coesione territoriale tenterà la scalata al Pd. Un’ambizione che non può che scontrarsi con quella di Matteo Renzi, l’altro grande contendente alla leadership di largo del Nazareno.
Con chi si schiererà il Pd? Ancora presto per dirlo. Intanto l’ormai ex tecnico incassa il sostegno di uno dei big del partito, Massimo D’Alema: “E’ un uomo che ha passione politica, un passato di militanza ed è stato un buon ministro, è un uomo che ha tantissime qualità”, spiega oggi l’ex presidente del Consiglio. E sul contenuto del documento commenta: “Mi pare che abbia colto bene il fatto che non si governa senza partiti forti ed è una visione che profondamente condivido”.
Per la verità, ieri D’Alema aveva avuto parole buone anche per il suo possibile avversario, il sindaco di Firenze. L’incontro di più di un’ora tra i due ex nemici a Palazzo Vecchio sembrava averne sancito la pace tra rottamatore e “auto-rottamato”, come lui stesso si è definito. “In campagna elettorale sono venuto a Firenze tessendo gli elogi di Renzi. Lo ritengo una delle personalità importanti del Pd. Avevo apprezzato il modo in cui stava dando una mano a Bersani, dimostrando uno spirito di partito”, ha detto il presidente del Copasir ai cronisti a Firenze.
Ma in caso di futura sfida Renzi-Barca, le posizioni politiche di D’Alema appaiono senza dubbio più vicine a quelle del ministro uscente del governo Monti. Il progetto di Barca registrerebbe consensi nell’area più a sinistra del partito, fino a Nichi Vendola che ha sempre dimostrato apprezzamento per il suo operato. Del resto, è lo stesso sindaco di Firenze ieri a Porta a Porta, pungolato dalle domande di Bruno Vespa sul contenuto della conversazione con D’Alema, a rivelare: “Non l’ho convinto sulla teoria della rottamazione”.