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Cos’ha in mente Matteo Renzi

Una lettera per dire, in caso non si fosse ancora capito, che Franco Marini al Quirinale non è la scelta giusta. Matteo Renzi scrive a Repubblica per smontare una delle motivazioni pro-Marini addotte, “non basta essere cattolici per salire al Colle”. E per ribadire che, dopo la bocciatura delle urne in Abbruzzo, è “difficile giustificare un ripescaggio di lusso”.
In realtà il messaggio era già arrivato forte e chiaro ieri sera al Tg5 quando il sindaco di Firenze aveva posto il veto su Marini e Anna Finocchiaro che “ricordiamo per la spesa all’Ikea con la scorta…”.

Il nome di Romano Prodi
Il sindaco di Firenze tratteggia nella lettera a Repubblica i contorni del suo candidato ideale “che rappresenti l’Italia. Che sappia parlare all’estero. Che sia custode dell’unità in un tempo di grandi divisioni. Che parli nelle scuole ai ragazzi. Che spieghi il senso dell’identità in un mondo globale. Che non sia lì per accontentare qualcuno” e “sappia dialogare, ascoltare, rispettare. Che sia al di sopra di ogni sospetto”.
Nome e cognome di chi possa essere, Renzi sembra averli già in mente: Romano Prodi. Che fosse uno dei nomi possibili il Rottamatore l’aveva già detto giovedì a Porta a Porta. E lo torna a ripetere la deputata renziana Simona Bonafé in un’intervista all’Unità in cui assicura che non ci saranno “franchi tiratori per il Quirinale”. Il nome del Professore torna prepotentemente in auge grazie al voto delle Quirinarie che lo vede tra i dieci favoriti dai votanti a 5 Stelle, al monito in suo favore di ieri a In mezz’ora di Nichi Vendola, “è intollerabile pensare all’esclusione di Romano Prodi”, al consenso che sta raccogliendo all’interno del Pd, da Rosy Bindi a Enrico Letta, da Sandro Gozi a Dario Nardella.

Tutti d’accordo? Non proprio, visto che dal palco di Bari Silvio Berlusconi ha minacciato la fuga in massa all’estero in caso di sua elezione.

La strategia del sindaco
Ma perché il sindaco di Firenze pensa proprio a questo nome “divisivo” tra Pd e Pdl? Forse perché nell’aut aut che ha lanciato a Bersani “o dialogo con Berlusconi o voto”, il rottamatore punta ora apertamente alla seconda opzione. E del resto, ha già lanciato la sua sfida a Berlusconi: “Ho sentito che Berlusconi si ricandida a premier, mi piacerebbe sfidarlo. Alcuni lo vogliono mandare in galera, io più semplicemente lo voglio mandare in pensione”, ha detto ieri sera al Tg5.

I dubbi sullo schema Renzi
Sullo schema Renzi, sono in molti in realtà a esprimere dubbi. Su Twitter, Enrico Mentana spiega cos’ha in mente il sindaco ma anche cosa potrebbe invece riservargli la carta Prodi: “Renzi è per Prodi al Quirinale, così Berlusconi rompe, si va subito al voto e lui si candida. Ma se invece Prodi manda Bersani alle Camere?”. E lo stesso fa notare l’editorialista del Corriere della Sera Pierluigi Battista: “Optando per Prodi ‘divisivo’ Renzi crede di fare una furbata ma si accorgerà presto del suo catastrofico errore politico”. Critico anche il commentatore di via Solferino Antonio Polito che cinguetta: “Non sono sicuro che Renzi stia facendo le mosse giuste da un po’ di giorni in qua”; e ancora: “Per una volta devo dichiararmi d’accordo con Fassina: a quale titolo il sindaco di Firenze dà patenti morali per l’accesso al Quirinale?”.
Delusi dal tatticismo renziano anche il conduttore della Zanzara Giuseppe Cruciani, “Siccome #Prodi divide #Bersani e #Berlusconi allora va bene. Che tristezza” e Pier Camillo Falasca, leader di Generazione Zero, “Se Renzi e i renziani sostengono Prodi, viene meglio ogni coerenza sulla novità, la rottamazione e tutto l’ambaradan…”.



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