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Venezuela, l’insostenibile leggerezza dell’1,59% di Maduro

Una notte lunga sei anni. Ieri i venezuelani non hanno dormito. Aspettavano in silente tensione i risultati delle elezioni  per il periodo presidenziale 2013-2019, le prime senza la presenza (fisica) di Hugo Chávez negli ultimi 15 anni.

Alle quattro di notte è stato diffuso il primo rapporto ufficiale del Consiglio Nazionale Elettorale: il candidato del Partito Unico Socialista del Venezuela (Psuv), Nicolas Maduro – quello che Chávez aveva nominato come il suo delfino – ha vinto con un margine di 1,59% contro Henrique Capriles Randoski, il candidato della coalizione dell’opposizione Mesa de la Unidad Democrática (Mud). Maduro ha ottenuto soltanto 234.935 voti di differenza. Ha votato il 78.71% dei 18,9 milioni di elettori iscritti.

Irregolarità elettorali

Alcuni fonti dell’opposizione sostengono che la differenza è diversa ed è a favore del candidato dell’opposizione. La coalizione del Mud ha 7.270.403 di voti mentre il Psuv 6.127.522. Capriles ha detto che non riconoscerà questo risultato e chiede un nuovo conteggio dei voti. Ha in mano più di 3.200 casi di irregolarità nelle votazioni. Per essere tranquilli, bisogna ricontare “voto per voto”.

Un altro dirigente dell’opposizione, Vicente Díaz, ha proposto il conteggio del 100% dei voti ma con il supporto fisico del voto elettronico. In Venezuela dal 2004 c’è un sistema elettronico di votazione.

La vittoria di Maduro

Durante una manifestazione dei sostenitori del chavismo, Nicolas Maduro ha detto che difenderà la validità della sua vittoria: “Possiamo dire che abbiamo vinto in modo giusto, legale, costituzionale, popolare”. Ha insistito di essere vittima di una guerra psicologica e di piani di destabilizzazione contro di lui.

“Benvenuti i controlli, erano già previsti”, ha detto. Maduro ha ricordato che il Venezuela è l’unico paese dove si fa sempre un secondo conteggio del 54% dei voti in ogni elezione.

La telefonata tra Maduro e Capriles

Maduro ha anche detto che ha parlato 15 minuti al telefono con Capriles sulla possibilità di fare un “patto di governabilità”, ma Capriles si è rifiutato. “Noi non riconosceremo il risultato finché non si farà il conteggio di nuovo voto per voto. Noi siamo per la democrazia, per la pace del nostro popolo”, ha detto Capriles. Il leader dell’opposizione ha detto che non farà nessun patto con la corruzione e la bugia.

Le forze armate

Dopo l’annuncio della vittoria di Maduro, il ministro della Difesa, Diego Molero, ha detto che le forze armate saranno garanti dei risultati elettorali e faranno rispettare la decisione del popolo. “Le forze armate non solo sono vicino alla Costituzione ma saranno la garanzia dei risultati”, ha detto.

Il tramonto del chavismo

Appena sei mesi fa, il 7 ottobre del 2012, Chávez aveva vinto contro Capriles con un margine di 1,6 milioni di voti. Dal 1999, quando Chávez arrivo al potere, fino al 2012 in Venezuela sono morte 177.169 persone in mano alla criminalità, secondo le cifre ufficiali. Il chavismo senza Chávez si regge su 200mila voti in un paese di 26 milioni di abitanti. Quanto può reggere questa vittoria?



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