Alla fine, il presidente Barack Obama ha pronunciato la parola terrorismo. Ieri, nel breve discorso di quasi tre minuti, era stato molto attento a non pronunciarla. Erano passate poche ore dall’esplosione delle due bombe al centro di Boston. Una reazione diversa da quella del 2009, quando aspettò tre giorni prima di parlare dell’attentato (sventato) contro il volo della Northwest Airlines.
Oggi a seguito di alcune verifiche ha confermato che l’Fbi sta indagando sull’attentato durante la maratona di Boston come un “atto di terrorismo”. Anche se ancora non si sa chi e perché è stato fatto. “Questo è stato un atto atroce e vile. Ogni volta che le bombe sono usate per colpire i civili, è un atto di terrorismo”, ha detto Obama.
Il capo di Stato ha detto che non sa neanche se è stato un atto effettuato da un gruppo o da un individuo. Neanche se si tratta di un’organizzazione di matrice interna o internazionale. Obama ha chiamato la popolazione a non lasciarsi prendere dal panico e dalle speculazioni. Ma è stato determinante sullo sviluppo delle indagini: “Troveremo chi ha causato questo danno ai nostri cittadini e lo tratteremo con giustizia”.
Obama ha anche chiesto la collaborazione dei cittadini: “Se vedete qualcosa di sospetto, ditelo”. I video e le fotografie della maratona possono essere di aiuto per le ricerche.
Il terrore che incute la parola terrorismo
Ma perché non dire, dall’inizio, che quello di Boston è stato un atto terroristico? Un evento dove sono stati uccisi dei civili, tra cui un bambino di otto anni, non può che essere terrorismo. Come ricorda la rivista Studio, la cautela di Obama nel pronunciare la parola “nasce in parte dall’associazione, anche involontaria, che il termine terrorismo genera nel grande pubblico: nell’inconscio collettivo occidentale il terrorismo è (quasi sempre) terrorismo islamico”. E finché non c’erano state le verifiche, non si poteva aumentare la tensione.
Lo stesso hanno fatto alcuni media come il Christian Science Monitor, quotidiano locale: molte ore dopo l’attentato continuava a definire l’incubo della Maratona con “attacks” o “bombings”. La “tragedia di Boston”, anche se un atto terrorista, non poteva incutere ancora più terrore.