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Tutti i problemi irrisolti di Apple

Mentre il mito di Steve Jobs si autoalimenta, il suo successore, l’ad di Apple Tim Cook, non riesce ad andare a segno. Il vento contrario soffia a Wall Street, in attesa dei risultati del primo trimestre 2013. Ma sono anche i clienti a sbuffare contro la casa dell’iPhone. E a rimetterci la poltrona potrebbe essere proprio Cook.

Le previsioni per il primo trimestre

Apple si prepara a presentare i conti, con gli analisti che prevedono il primo calo su base tendenziale dell’utile in dieci anni, e si trova a far fronte alla prolungata flessione dei titoli, che le è costata 280 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato dai picchi raggiunti in settembre.

L’ipotesi ibrido software-hardware

Il timore degli investitori su Apple si basa su come Wall Street tratta e valuta Cupertino, ovvero come un tradizionale produttore di hardware. Ma, riporta il Wall Street Journal, Apple dovrebbe essere considerata sotto una diversa luce, come un ibrido software-hardware: se Apple fosse classificata così il suo valore sarebbe più alto. Cupertino presenta caratteristiche diverse rispetto ad altri produttori di hardware, con i suoi consumatori che tendono ad aggiornare i propri prodotti ogni anno, quindi più frequentemente dei quattro anni in media di un ciclo per l’aggiornamento del personal computer. A questo si aggiunge il fatto che Apple ha 500 milioni di account per l’App Store, legati alle carte di credito. Nell’ultimo trimestre Apple ha realizzato 3,7 miliardi di dollari di ricavi da iTunes e da altri servizi, il 7% del totale.

I prodotti rispediti alla Foxconn

Ma i problemi di Apple non si fermano alla finanza. Oltre 8 milioni di iPhone difettosi sono stati rispediti lo scorso mese alla fabbrica cinese Foxconn che si occupa dell’assemblaggio. Il rapporto delle due fonti, le testate cinesi China Business e China Times, non specifica quali siano i modelli in questione, né quale sia stato il problema, mentre dalla Apple fanno sapere che le scorte non sono a rischio, ma già si calcolano le perdite economiche, che per la Foxconn dovrebbero ammontare a circa 259 milioni di dollari, 32 dollari per ogni smartphone “richiamato”.

Poltrona in bilico per Cook

Ad essere risucchiato dal vortice che sta colpendo Cupertino potrebbe essere proprio il successore di Steve Jobs. Apple, secondo quanto sostiene Forbes, potrebbe infatti essere pronta a dare il ben servito a Tim Cook. La rivista cita alcune fonti ben informate di Wall Street secondo le quali la casa di Cupertino sia già alla ricerca di un nuovo chief executive in grado di invertire la rotta rispetto al recente deludente andamento in Borsa dei titoli della Mela.

 


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