La sicurezza informatica è stata al centro della incontro tra i vertici militari cinese e statunitense in quella che è considerata la visita a più alto livello da due anni. Il viaggio in Cina del capo di stato maggiore congiunto Usa, Martin Dempsey, giunge mentre Washington e Pechino devono trovare una soluzione alle tensioni nella penisola coreana e con la Repubblica popolare che guarda con sospetto al rinnovato interesse statunitense per l’Asia, perno della propria politica estera, che non esclude forme di sostegno ai Paesi coinvolti in dispute territoriali con il Dragone.
Ma è la sicurezza informatica a infiammare la contesa con gli Usa che nei mesi scorsi hanno puntato il dito contro le Forze armate di Pechino per una serie di attacchi e intrusioni informatiche contro società e agenzie governative statunitensi. Un’accusa che la Cina ha respinto presentandosi a sua volta come bersaglio di attacchi.
La questione è stata al centro a marzo di una telefonata tra il presidente Barack Obama e il suo omologo cinese, Xi Jinping, da poco entrato in carica. Il tema della sicurezza informatica è stato sollevato anche in occasione della visita a Pechino del segretario di Stato americano, John Kerry, in Asia per un breve tour per tentare di stemperare le tensioni con la Corea del Nord.
Nella tappa pechinese i numeri uno della diplomazia cinese e statunitense si sono accordati per l’istutuzione di un gruppo congiunto che si occupi proprio di sicurezza informatica. Di un meccanismo per prevenire i crimini informatici hanno parlato anche Dempsey e il generale Fang Fenhui.
“Ritengo sia importante impostare l’idea di un gruppo di lavoro congiunto e di un meccanismo per cooperare e collaborare”, ha detto Fang in conferenza stampa nell’enfatizzare i rischi degli attacchi informatici le cui conseguenze “possono essere simili a quelle di una bomba nucleare”. Le minacce informatiche mettono a rischio “la nostra e la loro economia”, ha detto invece Dempsey, “è tempo di provare a risolvere la questione”.
La visita di Dempsey, ricorda il New York Times, arriva a conclusione del processo di transizione al vertice della Cina, cui ha fatto seguito il viaggio dello stesso Kerry. Durante l’incontro con il numero uno delle Forze armate Usa, Fang ha parlato di nuovi rapporti militari “con una confidenza che riflette la crescente forza cinese, compresa l’espansione navale”, scrive il quotidiano newyorkese.
“Il Pacifio è grande abbastanza per entrambi”, ha detto Fang usando un’espressione simile a quella di Xi Jinping durante il viaggio negli Usa del 2012, quando ancora era presidente in pectore ma già indicato come futuro leader del Dragone.
Di relazione duratura e sempre più profonda ha parlato anche Dempsey, ma sempre nella cornice delle alleanze nella regione, che vedono gli Usa schierati a fianco di Paesi -Vietnam, Filippine, Giappone, ma anche Corea del Sud per quanto riguarda la questione nordcoreana- con cui Pechino ha dispute fonte nell’ultimo anno di gravi tensioni nel Mar cinese meridionale e in quello orientale.