Misura. Questa la parola chiave per descrivere il nuovo premier incaricato Enrico Letta, il suo discorso e quello del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
A bordo della sua monovolume Fiat Ulysse, il vicesegretario del Pd è arrivato al Colle e dopo aver ricevuto l’incarico dal capo dello Stato si è presentato ai giornalisti con un discorso sobrio e prudente.
“E’ una responsabilità che sento forte sulle mie spalle. E se posso permettermi, la sento più forte e pesante della mia capacità di reggerla”. E ancora: “Gli italiani non ne possono più di giochi e giochetti della politica, vogliono risposte, io mi metto davanti a loro con grande umiltà e senso dei miei limiti con una responsabilità che mi onora”.
Anche la definizione che ha scelto per definire il suo esecutivo segue il low profile. Letta l’ha chiamato “governo di servizio nazionale” che “non nascerà ad ogni costo” ma del quale “il Paese ha assolutamente bisogno”.
Un governo che non può fare a meno del Pdl, come ha chiarito lui stesso: dovrà vedere un'”intesa forte” per farlo nascere, basata sul “confronto con tutte le forze politiche” e “ovviamente per primo con il Pdl”.
E nel richiamo alla “responsabilità di tutte le forze politiche in Parlamento”, Letta intende ovviamente anche i suoi compagni di partito per evitare quando si presenterà davanti alle Camere per la fiducia un nuovo caso Marini.
Lotta alla disoccupazione, moralizzazione della vita pubblica, legge elettorale saranno i punti chiave che dovranno essere condivisi e rappresenteranno la base della sua nuova sfida a Palazzo Chigi.
Anche Napolitano, nell’elogiare l’incaricato, ha sottolineato “l’esigenza di assoluto rispetto fra tutte le forze politiche”. E ha rivolto un invito insolito “a tutti, compresi i mezzi di informazione, a contribuire e cooperare per non rinfocolare tensioni e rasserenare” il clima del confronto politico.
Insomma dal neo rieletto presidente della Repubblica e dal neoincaricato presidente del Consiglio l’elogio della normalità dopo giorni di follia.