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Sorpresa! Agli italiani piace “l’inciucio” tra Pd e Pdl

Oggi Beppe Grillo l’ha definito “un’ammucchiata in stile Bunga bunga”. Mercoledì Ernesto Galli della Loggia gli ha dedicato l’editoriale di prima pagina sul Corriere della Sera parlando di “unica categoria demonizzante” che porta “a vedere le cose e gli uomini della scena pubblica del loro Paese in una sola luce: quella del sospetto universale”.

Il possibile accordo tra Pd e Pdl, il cosiddetto “inciucio”, viene visto da molti commentatori ed esponenti politici come il male dei mali, il tabù a cui il Partito Democratico non può piegarsi. Ma anche per gli italiani è così? Assolutamente no, secondo lo studio realizzato dalla Ferrari Nasi & Associati, società specializzata in analisi sociopolitiche, sondaggi d’opinione e ricerche di mercato.

L’istituto ha chiesto al campione quale sia il più negativo tra i motivi della malapolitica e a sorpresa quello dei troppi “inciuci” è il meno indicato, fermandosi al 14% del campione. Il dato, tra l’altro, è confermato proprio da quanto registrato da uno stesso sondaggio realizzato nel 2008. Per il Paese ciò che non funziona è ben altro. Al primo posto della classifica c’è infatti una politica poco attenta ai bisogni del cittadino (30%), che non riesce a fare le riforme necessarie (21%) e che spesso ha rappresentanti poco qualificati per il ruolo (20%). Da sottolineare poi che l’unica variazione sensibile, rispetto a cinque anni fa, è proprio quella della necessità di fare riforme, prima al terzo posto e oggi al secondo. Una top five che vale per tutti gli elettori, anche quelli del centrosinistra che più di tutti gli altri vengono visti come contrari a un’intesa con Silvio Berlusconi. Solo con i simpatizzanti 5 Stelle il dato sulla negatività dell’accordo si alza un po’ passando dal 14 al 22%.

Il direttore della società, Arnaldo Ferrari Nasi, spiega a Formiche.net: “La categoria dell’inciucio, presentata come dominante e demonizzante dai media, in realtà non interessa. Gli italiani vogliono che la politica faccia qualcosa, sul come lo lasciano dire ai suoi esponenti. Per il cittadino conta il risultato e non può né vuole attendere per questo”.

Per questo, chiarisce ancora il sondaggista, “il Paese vuole un esecutivo di facce nuove, non di tecnici ma di politici che però non li deluda e agisca nella direzione delle sue esigenze”. E avverte: “Questa è l’ultima occasione per la politica. Se farà fallire anche questo tentativo unitario guidato da Enrico Letta verrà travolta e alle prossime elezioni non vincerà il Pdl come dicono i sondaggi ma Grillo che arriverà al 35%”.


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