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I mercati danno il benvenuto al governo Letta

Dopo l’asta di titoli semestrali di venerdì scorso, un passaggio relativamente facile considerata la loro breve scadenza, il voto dei mercati al nuovo governo Letta, o quantomeno al fatto che l’Italia abbia un esecutivo, sembra essere stato positivo.

Il Tesoro ha venduto tutti i 6 miliardi di Btp a 5 e 10 anni, con tassi ai minimi da ottobre 2010. Il rendimento medio del decennale (quinta tranche) è sceso al 3,94 dal 4,66% di marzo e quello del quinquennale (terza tranche) al 2,84% dal 3,65% precedente. La domanda ha raggiunto in totale gli 8,35 miliardi di euro.

La risposta alla formazione del nuovo governo

Per Chiara Manenti di Intesa Sanpaolo “il Tesoro ha sfruttato in pieno la buona apertura di questa mattina del mercato, in risposta alla formazione del governo, con l’Italia che sovraperformava non solo la Germania, ma anche Spagna e Irlanda”, si legge su MF – Milano Finanza.

Spread ancora troppo alto a causa del focus sui bund tedeschi

“Il calo di tensione sull’Italia non è accompagnato da un altrettanto movimento degli asset safe risk e questo lo appuriamo guardando allo spread Btp-Bund”, ha osservato Vincenzo Longo, market strategist di IG. “Nonostante il forte calo dei rendimenti, il differenziale tra il decennale italiano e quello tedesco è rimasto comunque su livelli sostenuti rispetto ai minimi di inizio anno e questo perché sul mercati c’è una folta schiera di investitori che continuano a comprare Bund. Questo è indice del fatto che il sentiment a livello globale rimane particolarmente fragile”, ha concluso.

I prossimi appuntamenti delle banche centrali 

“A condizionare il sentiment degli investitori saranno, nei prossimi giorni, le riunioni delle grandi banche centrali. Mercoledì si chiude la due giorni del Fomc, il braccio di politica monetaria della Federal Reserve, mentre giovedì sarà la volta della Bce, che – secondo gli addetti ai lavori – potrebbe decidere un nuovo taglio dei tassi europei”, spiega invece Giuliano Balestreri su Repubblica.it.

Rischio bolle?

E ad inondare i mercati di liquidità contribuisce anche il Giappone del governatore Kuroda. L’obiettivo unico è quello di far uscire il Paese dalla deflazione che lo attanaglia da 15 anni. Il governatore statunitense Ben Bernanke e quello giapponese hanno già smentito che le loro politiche siano la causa di nuove bolle speculative. Ma i falchi cominciano ad alzare la voce.


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