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Perché Bernanke continua a fare la guerra alla crisi Usa

Gli Stati Uniti chiamano, la banca centrale Usa risponde. La Federal Reserve ha confermato il programma di acquisti di asset a un ritmo di 85 miliardi di dollari al mese ma ha dichiarato di essere pronta ad aumentare o diminuire la quantità degli acquisti secondo l’evolversi del mercato del lavoro e del livello d’inflazione.

La decisione del Fomc della Fed

E’ quanto ha affermato il Fomc, l’organo decisionale della Fed, sottolineando come il governatore Ben Bernanke rivolge tutti i suoi sforzi per sostenere l’occupazione, visto che 11,7 milioni di americani sono senza lavoro da quasi quattro anni. La Federal Reserve ha quindi lasciato invariato il costo del denaro, con i tassi di interessi che restano fermi in una forchetta tra lo 0 e lo 0,25%. I programmi della Fed si concentrano sull’acquisto dei titoli a lunga scadenza, sostenendo il mercato azionario e obbligazionario americano.

La disoccupazione negli Usa e in Europa

Quella del Fomc, secondo il Financial Times, è un’espressione che lascia intendere che non ci saranno cali o stop a breve nel programma di acquisto di titoli. Tra l’altro, l’annuncio della Fed insieme ai dati sui posti di lavoro creati nel settore privato a marzo: 119.000, sui minimi di sette mesi. Sono 11,7 milioni circa gli americani che ancora non hanno un’occupazione e la banca centrale punta proprio a ridurre tale cifra, che arriva a quota 7,6%. Poco male rispetto al tasso del 12,1% di disoccupazione nell’Eurozona, che vede senza lavoro oltre 19 milioni di persone.

Inflazione e calo della domanda globale

Il tasso d’inflazione Usa resta sotto all’obiettivo di Bernanke al 2%, una soglia ancora bassa che spinge le banche centrali di tutto il mondo a iniettare liquidità nei mercati per alimentare la crescita. Il dipartimento del Commercio Usa, precisa il Wall Street Journal, ha dichiarato che i prezzi sono aumentati solo dell’1% rispetto al marzo 2012. Nell’Eurozona Il tasso è stato dell’1,2%. Il calo della domanda globale impedisce alle imprese di aumentare troppo i prezzi. Se infatti per l’Eurozona si prevede il secondo anno di recessione dopo il 2012, anche la Cina mostra numeri inferiori alle attese degli analisti.

Le aspettative degli analisti

Tuttavia, sono in pochi ad allarmarsi per un eventuale aumento della deflazione negli Usa, grazie all’azione di Bernanke. Quella europea, invece, è una storia a parte. Nonostante l’inflazione sia aumentata leggermente questo mese, ci si attendono nuove recessioni e un aumento del tasso di disoccupazione.

L’attacco di Bernanke al Congresso

Una novità nel comunicato della Fed ha attirato l’attenzione degli analisti: il governatore Ben Bernanke incolpa i policy maker per la debolezza dell’economia. Nella nota, sottolinea il Wall Street Journal, la Fed ha detto che la politica fiscale Usa sta frenando la crescita dell’economia, quando solo nell’ultimo comunicato, quello di marzo, si diceva che la politica fiscale era diventata più restrittiva. Il cambio di rotta nel linguaggio ha colpito più di qualche strategist a Wall Street.

“La banca centrale reputa sempre più la politica fiscale del Congresso come un impedimento per il suo obiettivo”, ha spiegato Dal Greenhaus, capo strategist della società di broker Btig, aggiungendo che “la dichiarazione significa solo una cosa: che fino a quando la politica fiscale resterà restrittiva, la Fed si muoverà di più, non meno”.



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