L’abbassamento dei tassi è arrivato. La misura era attesa dai mercati, che l’avevano richiesta a gran voce negli scorsi giorni. Ma l’euforia deve aver colpito meno la Germania, che aveva criticato la gestione della crisi da parte del governatore Mario Draghi. Con la decisione presa a maggioranza la Bce ha quindi ribadito la sua autonomia che sta tanto a cuore a Berlino, ha sottolineato il presidente dell’Istituto centrale con sede a Francoforte. E nel futuro? La Bce è pronta ad agire, se necessario. Doppio schiaffo, quindi, a chi aveva criticato il programma Omt deciso da Draghi, e ancora mai attuato.
Le critiche di Weidmann e la considerazione di Merkel
Ad attaccare il programma Omt della Bce di Draghi era stato infatti il governatore della Bundesbank, Jens Weidmann. E sui tassi, in particolare, si era espressa anche la cancelliera Angela Merkel, dichiarando che in questa fase, se fosse fatta per la Germania, la politica monetaria della Bce avrebbe dovuto pensare ad aumenti dei tassi di interesse. Il tutto sottolineando il contrasto con i Paesi dell’Europa meridionale che invece avrebbero salutato un loro taglio come contrasto al problema del credit crunch. Una dichiarazione che ha necessitato l’intervento del portavoce per arginare le critiche.
L’autonomia della Bce, anche dalla Germania
L’autonomia della Bce nelle sue decisioni di politica monetaria sta a cuore a tutti” nell’area euro “e specialmente alla Germania”, ha affermato il presidente della Bce Mario Draghi in risposta a chi chiedeva commenti su recenti dichiarazioni della cancelliera tedesca Angela Merkel.
Il risultato? Oggi l’istituzione ha invece operato un taglio da 0,25 punti percentuali con cui il principale riferimento sul costo del danaro dell’area euro è sceso al nuovo minimo storico dello 0,50 per cento.
Quota 0,50%
La Bce ha tagliato di un quarto di punto il ‘refi’, il tasso di rifinanziamento pronti contro termine, portandolo al minimo storico dello 0,50%. Il tasso sui depositi resta fermo a quota zero e il tasso marginale cala dello 0,25% all’1%. L’ultimo taglio dei tassi della Bce risale al 15 luglio 2012, quando il refi era stato ridotto di un quarto di punto allo 0,75%, anch’esso un minimo record per l’Eurotower. La Bce ha deciso di prolungare fino alla metà del 2014 le aste con cui fornisce liquidità illimitata a scadenza trimestrale.
Una politica che resta accomodante
La Bce ha preso varie misure per fornire liquidità e per rilanciare i prestiti al settore privato, ha detto Draghi, aggiungendo che il taglio dei tassi “dovrebbe sostenere la ripresa più in là’” nel corso dell’anno. ”La nostra politica monetaria dovrebbe aiutare la domanda interna”, ha detto Draghi, sottolineando che essa resta ”accomodante”.
Le riforme strutturali
I Paesi dell’Eurozona ”non devono allentare gli sforzi per ridurre i deficit, e dovrebbero continuare a promuovere riforme strutturali”, ha poi sottolineato, aggiungendo che la Banca Centrale Europea “è pronta ad agire, se necessario”. Il risanamento di bilancio, ha proseguito, induce una contrazione della crescita nel breve e medio termine, ma per mitigare questo effetto “è meglio consolidare agendo sulla spesa corrente”. ”Purtroppo in una situazione d’emergenza si sono aumentate le tasse dove già erano molto alte”, ha osservato.
Niente scuse per le banche
Le banche non posso utilizzare la mancanza di liquidità come scusa per non fornire credito all’economia. Sul versante spread, Draghi ha invece sottolineato che il differenziale e gli squilibri nell’esposizione a Target2 dei Paesi sotto stress, inclusa Spagna e Italia, sono in calo e segnalano un ritorno di fiducia anche grazie alle misure della Bce.
Le consultazioni della Bce
La Bce ha iniziato una fase di consultazioni con altre istituzioni per sostenere il mercato dei titoli garantiti da prestiti emessi dalle banche, in un’operazione tesa a facilitare i prestiti a famiglie e imprese.