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Grillo non è di sinistra. Il Pd sbaglia sui 5 Stelle

C’è una vulgata ancora dominante nel Pd, forse più maggioritaria nella base che nei vertici nazionali, secondo cui il Movimento 5 Stelle è una sorta di costola della sinistra, come un tempo Massimo D’Alema definì la Lega.

Una vulgata che si basa questo assunto: il movimento fondato da Beppe Grillo rilancia su basi nuove istanze progressiste e di sinistra con un’enfasi sui costi della politica e con toni virulenti anti Casta.

Se alcuni punti programmatici del Movimento 5 Stelle possono essere effettivamente considerati “di sinistra” (reddito minimo di cittadinanza, critiche ai programmi di investimento militari come gli F-35, difesa della sanità e dell’acqua pubblica), ci sono altre parole d’ordine a 5 Stelle che confliggono con le basi costitutive dei partiti della sinistra, a partire da Pd.

E non si fa riferimento alle abrasive critiche di Grillo contro il gruppo dirigente del Pd sulla questione Mps, bensì alle recenti parole del comico e leader politico sul 25 aprile e ai concetti espressi ieri a proposito del Primo Maggio.

Ecco quello che ieri ha scritto Grillo sul suo blog www.beppegrillo.ti: “Festeggiare il Primo Maggio è uno stanco rito assolutorio dei responsabili, dei sindacati complici, dei “prenditori” di appalti pubblici di Confindustria, dei partiti che hanno occupato lo Stato”. Parole che rimandano a quelle che anni fa, e neppure molti anni fa, hanno pronunciato i movimenti politici capitanati da Umberto Bossi, Gianfranco Fini e Silvio Berlusconi.

Si vuole sostenere che il Movimento 5 Stelle è di destra? No, si vuole semplicemente consigliare ai partiti online casino guide di sinistra che è forse errato continuare a dire a Grillo e ai grillini di mescolarsi. Perché loro non vogliono mescolarsi con i politici vecchi e nuovi, con i sindacalisti e i confindustriali in servizio permamente effettivo che continuano a blaterare e discettare senza essere più molto credibili, non solo secondo i grillini. Loro, i grillini, voglio semplicemente mandarli a casa.

Con tesi, peraltro, neppure tanto populistiche: “Quattro milioni di dipendenti pubblici, 19 milioni di pensionati, mezzo milione di persone che vive di politica sono insostenibili per un Paese senza sviluppo da 15 anni, con un Pil in discesa libera ben prima della crisi del 2008”, si legge nel post di ieri sul blog di Beppe Grillo.

Mentre ci si balocca con sinistra e destra, Pd e Pdl, sindacati e Confindustria, Beppe Grillo sta continuando ad arare il terreno per coltivare idee che non sono propriamente e classicamente di sinistra (come con riflesso condizionato e utilitaristico dice anche Silvio Berlusconi). Idee spesso censurabili, e altrettanto spesso pessime, ma che una situazione economica che per cittadini e imprese si sta incancrenendo non può non produrre un fertilizzante naturale.


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