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Pakistan, al voto tra amicizie (pericolose) e ambiguità

E’ arrivata l’ora della verità: il Pakistan comincia domani, con le elezioni generali, una serie di appuntamenti decisivi per la storia politica del paese. Dopo un lungo e tortuoso processo di transizione, più di 83 milioni di pakistani andranno alle urne per scegliere i membri dell’Assemblea Nazionale e quelli delle assemblee provinciali.

Dopo 66 anni, finalmente un governo civile finirà il proprio mandato e consegnerà il potere di gestione ad un altro esecutivo. Senza che ci sia l’intervento dei militari.

Nonostante l’obiettivo finale di ridare al paese la stabilità perduta sia condiviso, i candidati di questa nuova leadership politica pakistana, così come le loro proposte, sono diversi: da Nawaz Sharif e Asif Ali Zardari, al vedovo di Benazir Bhutto, dai loro figli Maryam Sharif e Bilawal Bhutto Zardari a Imran Khan, campione di cricket e playboy pakistano.

Nel dossier “Pakistan: molte ambiguità nell’urna” pubblicato dall’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale, si analizzano le possibilità di ogni partito e soprattutto i rapporti del Pakistan nei nuovi equilibri geopolitici mondiali.

I conflitti tra giustizia e potere militare

Secondo l’analista Elisa Giuchi, associate senior research fellow dell’Ispi e ricercatore di Storia e istituzioni dell’Asia nell’Università degli Studi di Milano, se i sondaggi concordano con i risultati, sarà molto complicato riuscire a fare previsioni sul rapporto tra esecutivo, forze armate e magistratura. In Pakistan i nodi tra la giustizia e i militari vengono al pettine.

Il ruolo dell’Inter-Service Intelligence

La giornalista Francesca Marino analizza una delle istituzioni più influenti e oscure del Pakistan. All’ombra dei riflettori opera l’Inter-Service Intelligence (Isi), l’agenzia di servizi segreti che è un vero stato dentro lo stato. Marino spiega quali sono i legami dell’Isi con i movimenti islamisti e gli stessi movimenti che hanno intensificato gli attacchi e gli attentati negli ultimi mesi.

Pakistan e il resto del mondo

L’assistente dell’Ispi, Matteo Villa, analizza la figura di Islamabad nella morsa Washington-Pechino, l’ex ambasciatore italiano in India e Nepal, Antonio Armellini, propone la “rottamazione” dei vecchi politici, e l’arrivo di nuove figure di spicco, per superare i vecchi problemi con l’India.
In più, si analizzano le relazioni con l’Iran, gli Stati Uniti e l’influenza di quanto accade in Afghanistan.

Un’infografica con dati etnici e demografici, cifre economiche, percentuali di corruzione percepita e statistiche sulla solidità delle istituzioni offre una radiografia dettagliata del paese che questa domenica andrà al voto.

 



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