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Stati Uniti, come cambia il sabotaggio informatico

Una minaccia in continuo aumento. Ecco lo stato della cyberwar negli Stati Uniti. Ma ora la rete non è soltanto sotto attacchi informatici di spionaggio ma subisce anche sabotaggi, secondo l’allarme lanciato oggi dal New York Times. Il quotidiano americano riferisce che le operazioni che colpiscono i sistemi delle aziende provengono dal Medio Oriente.

“Al momento non è chiaro se le operazioni di sabotaggio contro le aziende americane – con la perdita di dati, il blocco delle reti e il malfunzionamento dei macchinari – siano condotte da uno Stato o da criminali che agiscono autonomamente. A essere colpito sarebbe soprattutto il settore energetico, con almeno dieci aziende attaccate”, ha scritto il New York Times nell’articolo “Gli attacchi informatici contro le multinazionali statunitensi sono in aumento” a firma di David E. Sanger e Nicole Perlroth.

Attacchi dall’Iran

Dopo molte indagini, gli Stati Uniti hanno concluso che diversi attacchi informatici degli ultimi mesi sono stati condotti dall’Iran: “Siamo preoccupati da queste intrusioni e stiamo cercando di fare in modo che non portino a qualcosa di più grosso, come successo in Arabia Saudita”, ha detto un funzionario americano al New York Times, facendo riferimento agli attacchi della scorsa estate che hanno colpito 30.000 computer della Saudi Aramco, uno dei più grandi produttori di petrolio.

Dallo spionaggio al sabotaggio

Negli ultimi attacchi c’è un cambio di modalità: la maggior parte degli interventi contro le aziende americane – in particolare quelli provenienti dalla Cina – avevano come obiettivo ottenere informazioni, dati riservati e rubare segreti commerciale per avere un vantaggio commerciale. Ma questi nuovi attacchi, invece, cercano di distruggere i dati e manipolare i macchinari industriali, spegnere o bloccare le reti e così impedire che i processi industriali possano continuare. Si tratta di sabotaggio più che di spegnere le reti che forniscono energia o eseguire processi industriali.

L’avvertenza di questo fenomeno è arrivata settimana scorsa dal Department of Homeland Security. E il centro di operazioni è in Medio Oriente.



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