L’Italia è un forziere d’oro, non sfruttato. E il colosso anglo-olandese Shell non intende rinunciare all’attività di upstream, dell’esplorazione e sfruttamento degli idrocarburi nel sottosuolo italiano. Nonostante stia pensando alla cessione parziale di quella relativa alla distribuzione.
In una conversazione con Formiche.net è Patrizia Sferrazza, Direttore Comunicazione e Relazioni Esterne di Shell Italia, a sottolineare le potenzialità energetiche, e non, dell’Italia agli occhi di una tra le più grandi multinazionali al mondo.
La cessione parziale del downstream
Nessun sviluppo dopo l’annuncio fatto da Shell sulla potenziale cessione dei business Rete, Aviazione, Supply e Distribuzione in Italia.“Non ci sono novità”, sottolinea Sferrazza durante il Powering Progress Together Forum tenutosi a Rotterdam, in Olanda, riferendosi anche ad eventuali offerte ricevute. D’altra parte, “restano solidi gli investimenti per il gas naturale e per la commercializzazione dei lubrificanti extra-rete e Marina”.
Gli investimenti in Italia
Ma non solo distribuzione. “Shell continuerà ad investire nell’esplorazione e nello sfruttamento degli idrocarburi soprattutto in Basilicata, a Val d’Agri e Tempa Rossa. Quello di Val d’Agri – osserva – è un giacimento che vede dal 1998 una partnership di Shell con Eni, l’operatore, e che produce 95mila barili d’olio equivalente (boe) al giorno. Le potenzialità però sono maggiori e quindi Shell è interessata ad una seconda fase di sviluppo del progetto (che non è stata ancora autorizzata). A Tempa Rossa Shell, con il 25%, collabora invece con Total, 50%, e Mitsui (l’operatore, con il 25%), e le aspettative per questo sito, il cui progetto è in fase d’avvio, consistono in 50 mila boe al giorno”.
Le esplorazioni offshore
Un altro progetto del gruppo in Italia riguarda le esplorazioni offshore nel Mar Ionio “per cui è stata chiesta la Valutazione d’impatto ambientale al Ministero dell’Ambiente. Siamo quindi in attesa dell’approvazione per procedere alla prospezione geofisica”.
Le potenzialità italiane nell’Oil & Gas
L’Italia quindi può avere “grandi opportunità nel settore dell’Oil & Gas, nonostante sia in una fase ancora primordiale in cui tante risorse non sono state nemmeno quantificate. E ci sono comunque aspetti da migliorare nel Paese, come l’attrattività, la garanzia degli investimenti e la lentezza dei procedimenti autorizzativi. Il time to market ad esempio, il tempo che intercorre tra l’ideazione di un prodotto e la sua effettiva commercializzazione, in Italia è almeno il doppio rispetto alla media di altri Paesi europei”, evidenzia Sferrazza.
Carico fiscale ed enti locali
“La lentezza burocratica – ha spiegato Fausto Carioti sul quotidiano Libero – è all’ennesima potenza: l’iter autorizzativo per le esplorazioni può richiedere sino a tre anni e mezzo, quello per la coltivazione dei giacimenti oltre nove anni. C’è un carico fiscale che penalizza le attività di estrazione e produzione di idrocarburi con aliquote tra le più alte d’Europa: Stato, Ragioni e Comuni pretendono ciascuno la propria congrua parte. C’è la battaglia per il consenso, che vede le comunità locali mobilitarsi spesso sulla base di informazioni scarse o sbagliate (e qui le imprese hanno ovviamente la loro quota di colpe). C’è una classe politica incapace di reggere l’urto. L’inevitabile risultato è che investimenti ingenti se ne vanno altrove: dove le leggi sono chiare, i tempi certi e le imposte meno vessatorie. Una sconfitta per tutti: imprese e lavoratori, Stato ed enti locali”.
Questi aspetti cambieranno in futuro? “Non abbiamo ancora avuto rapporti con il nuovo ministro dell’Ambiente Andrea Orlando, dopo aver avuto una interlocuzione positiva con il suo predecessore Corrado Clini”, spiega Sferrazza.
La resilienza in Italia
Quello di resilienza è un concetto chiave per Shell. Ma quanto riesce ad adattarsi ad una Nazione intera? E quanto caratterizza il nostro Paese? “E’ la capacità di trasformarsi mantenendo la propria identità – commenta Sferrazza -. Resilienza e transformational change sono due concetti che devono sapersi sposare, specialmente in Italia, dove c’è tanto da mantenere, e allo stesso tempo, da trasformare e adattare alle novità, per prepararla al meglio alle sfide del futuro”, conclude.