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Turchia e Stati Uniti alleati contro Assad

Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, e il primo ministro della Turchia, Recep Tayyip Erdogan, hanno detto che continueranno a fare pressione fino a quando Bashar al Assad non lascerà il potere. Non sarà facile, ma insieme proveranno a mettere fine a due anni di conflitto armato in Siria.

“Siamo d’accordo che Assad deve andare via. Deve trasferire il potere a un gruppo di transizione”, ha detto Obama in conferenza stampa dopo un incontro bilaterale con Erdogan alla Casa Bianca. “È l’unico modo per poter risolvere la crisi”, ha aggiunto.

Il presidente ha ammesso che non saranno soltanto la buona volontà e il dialogo a scongiurare le violenze. “Se ci fosse (una soluzione negoziata, ndr), credo che sarebbe stata messa in pratica e la crisi sarebbe finita”, ha detto Obama. Il presidente americano confida nel successo della conferenza sulla Siria che Washington organizzerà con la Russia il mese prossimo.

Zero armi (americane) per i ribelli

Obama ha ricevuto Erdogan, alleato di Washington e strategico vicino della Siria. Il premier turco aveva già chiesto a Washington di essere più duro con il regime di Assad perché la “linea rossa” dell’uso di armi chimiche era già stata superata da tempo.

Ma non ha ceduto alle richieste di consegnare armi ai ribelli che combattono contro il regime di Al Assad: “Mi riservo l’opzione di prendere altre misure, diplomatiche e militari”, ha detto. Il timore che le armi cadano in mano degli estremisti di Al-Qaeda ferma qualsiasi decisione.

La Siria resta un grosso problema per la Turchia: oltre ai 94mila morti che ha lasciato la guerra in Siria, secondo l’Osservatorio siriano dei diritti umani la Turchia ha ricevuto circa 400mila rifugiati.

I missili russi

Secondo il New York Times, la Russia ha inviato avanzati missili da crociera antinave della tipologia Yakhont alla Siria. Mosca aveva già fornito missili Yakhont alla Siria, ma quelli inviati recentemente sono dotati di radar avanzati che li rendono più efficaci.

L’ultima fornitura di Yakhont è arrivata a pochi giorni dalla visita del segretario di Stato americano John Kerry a Mosca. Sono anche in corso i preparativi della conferenza Ginevra 2.

Il quotidiano americano spiega che gli Yakhont (o 3M55 Oniks) sono missili supersonici che viaggiano a 200 km, possono essere indirizzati verso obiettivi localizzabili da radar a lungo raggio mentre ciascun missile “ha un proprio radar che gli consente di evitare i sistemi di difesa navali e terrestri”.

Gli Yakhont inviati da Mosca – aggiunge il New York Times – hanno una lunghezza di circa 7 metri, e possono portare sia alte quantità di esplosivo sia testate perforanti e possono contare su batterie mobili, più difficili da attaccare.

Il ritiro dell’opposizione

Settimana prossima (in una data da precisare) si terrà ad Amman (Giordania) una riunione dei paesi del gruppo “Amici della Siria”. Ma l’opposizione ha deciso di non partecipare. Ad annunciarlo il ministro dell’Informazione giordano, Mohammed al Mumani. I motivi non sono ancora stati confermati.


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