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Fonsai, Unipol e Generali giudicate da Camusso. Report Cgil sulle compagnie assicurative

Le assicurazioni italiane, compreso il Gruppo Unipol, finiscono nel radar dell’ufficio studi del sindacato che fa capo a Susanna Camusso. In uno studio appena pubblicato, la Cgil Fisac, insieme con la propria divisione Isrf Lab, ha analizzato le cifre chiave del settore assicurativo nel 2012, per scoprire che a livello di redditività esiste una linea di demarcazione che separa Fondiaria-Sai e la sua controllata Milano Assicurazioni da tutte le altre compagnie quotate.

Differenze di redditività pretasse…

Da una parte, le due società che soltanto fino all’anno scorso gravitavano nella galassia della famiglia Ligresti, e che ora fanno invece capo a Unipol, hanno archiviato l’esercizio del 2012 con un risultato pretasse in perdita: Fonsai ha chiuso l’ultimo bilancio in rosso per 933 milioni, rispetto a quello di 941 milioni del 2011, mentre Milano assicurazioni è passata da una perdita ante imposte di 422 milioni a una di 281 milioni.

Dall’altra parte, invece, si segnalano tutti i grandi gruppi assicurativi quotati, che hanno realizzato numeri pretasse positivi. A cominciare dalla big triestina Generali, che se, da una parte, ha ridimensionato il risultato dai 1.805 milioni del 2011, dall’altra, ha comunque chiuso il 2012 con profitti ante imposte di 1.638 milioni. La più piccola Vittoria assicurazioni è cresciuta da 58 a 78 milioni, mentre Cattolica e Mediolanum hanno registrato balzi a tripla cifra, passando rispettivamente da 21 a 159 milioni e da 84 a 501 milioni. Crescita a tre cifre anche per Unipol, nuova azionista di riferimento di Fonsai e Milano assicurazioni, che si è mossa in netta controtendenza rispetto alle due controllate e che nel 2012 ha visto gli utili pretasse volare a 754 milioni dal rosso di 309 milioni del 2011.

… e a livello consolidato

Anche guardando al risultato consolidato anziché a quello pretasse la situazione non cambia di molto, perché Fonsai e Milano restano in forte perdita, rispettivamente pari a 800 milioni (in peggioramento dai 696 dell’anno prima) e a 216 (in miglioramento dal rosso di 355 milioni del 2011). Le altre società quotate, invece, per quanto con risultati in forte peggioramento rispetto al 2011 come nel caso delle Generali, hanno chiuso tutte in utile: il Leone triestino per 367 milioni (da 1.153), Vittoria per 48 milioni (38), Cattolica per 84 (42), Mediolanum per 351 milioni (67) e Unipol per 469 milioni, contro la perdita di 121 milioni registrata nel bilancio del 2011. Per quel che riguarda il gruppo bolognese guidato da Carlo Cimbri, in particolare, lo studio della Cgil Fisac sottolinea che “l’utile consolidato deriva in parte anche dagli effetti della nuova aggregazione con Fonsai”, che secondo le aspettative dovrebbe andare in porto entro la fine dell’anno. Anche l’indicatore Roe (return on equity), che esprime la redditività netta globale del capitale portato in azienda a titolo di rischio, segnala una situazione critica per le due controllate di Unipol, Fonsai e Milano, che stazionano rispettivamente a -27,5% e -17 per cento.

Altri indicatori del settore assicurativo

Discorso analogo se si guarda al combined ratio del segmento Danni, di cui rappresenta l’indice di qualità tecnica della gestione e che segnala una situazione non semplice al di sopra del 100 per cento. In questo caso, evidenzia sempre lo studio della Cgil Fisac, Fonsai e Milano assicurazioni stazionano rispettivamente al 105,4% e al 107,1%, mentre tutte le altre compagnie quotate in Borsa viaggiano sotto il 100 per cento. Anche il margine di solvibilità, indicatore patrimoniale dei gruppi assicurativi che segnala una situazione critica sotto la soglia del 120%, parla chiaro: Fonsai e Milano stazionano rispettivamente al 109,5% a 115,7%, mentre Generali è al 150%, Mediolanum al 139,7%, Cattolica al 161%, Unipol al 160% e Vittoria addirittura al 193 per cento.

Ma l’Europa vince sempre

Tuttavia, anche il gruppo assicurativo del Leone triestino, fanno notare dall’ufficio studi di Cgil Fisac, perde nel confronto con gli altri big europei del settore come la tedesca Allianz e la francese Axa, che presentano margini di solvibilità rispettivamente del 197% e del 233 per cento. Un fattore che, insieme alla constatazione del più elevato indice di indebitamento delle Generali, potrebbe far pensare alla necessità di una iniezione di capitali per Trieste (ipotesi sempre smentita dall’amministratore delegato del Leone, Mario Greco).



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