Cina e Germania sono unite contro il protezionismo. Il messaggio è arrivato dall’incontro di ieri a Berlino tra la cancelliera tedesca, Angela Merkel, e il suo omologo cinese, Li Keqiang.
La tappa tedesca è la quarta del primo viaggio ufficiale del premier cinese insediatosi lo scorso marzo, che nell’ultima settimana è stato in India, Pakistan e Svizzera. Nel programma non è stata invece prevista alcuna visita a Bruxelles, quasi a sottolineare i sentimenti di Pechino per l’ipotesi che l’Unione europea possa imporre una tassa del 47 per cento sull’importazione di pannelli solari “made in China” e sulle controversie commerciali che riguardano le aziende di telecomunicazione del Dragone sotto osservazione nel Vecchio continente per i sussidi statali alle imprese che creano condizioni di concorrenza sleale.
L’ipotesi di una possibile inchiesta contro Pechino era stata ventilata all’inizio del mese dal commissario Ue al commercio, Karel De Gucht. Una decisione che Li ha da prima criticato dalla Svizzera con cui la Cina ha firmato un accordo di libero scambio, nel paventare il rischio protezionismo, per poi tornare sull’argomento rispondendo a i giornalisti in Germania.
La Cina non condivide la decisione di Bruxelles, ha spiegato, sottolineando i rischi che potrebbe avere non soltanto per l’occupazione nella Repubblica popolare ma anche per lo sviluppo dell’industria in Europa.
La stessa tesi su cui fa leva anche l’Alliance for an Affortable Solar Energy, considerato il braccio europeo dei produttori cinesi, contestata dalla Eu Pro Sun, organizzazione che raggruppa quasi la metà dei produttori europei di pannelli solari, che lo scorso anno fece pressioni affinché la Commissione aprisse un’indagine sulle società cinesi.
Le dispute commerciali tra Ue e Cina si sono moltiplicate nel corso degli ultimi anni. Su 31 casi aperti 18 riguardano proprio il gigante asiatico, ricorda il sito EuObserver.
La Germania guarda però a Pechino con occhi diversi. Gli scambi bilaterali tra la seconda economia al mondo e la prima economia europea hanno raggiunto i 144 miliardi di euro nel 2012. Secondo i dati ufficiali le esportazioni tedesche oltre Muraglia sono state pari a 66 miliardi di euro, soprattutto esporta auto, parti di auto ed elettronica. A sua volta Pechino sfrutta una merce di cui ha sempre più sete, la tecnologia.
“Da parte tedesca è tutta una questione di affari”, ha detto Hans Kundnani, esperto dell’European Council on Foreign Relation, citato dall’agenzia France Presse, “La Cina è vista come un mercato da cui è diventata sempre più dipendente”.
Anche per questo la cancelliera Merkel si è impegnata a fare tutto quanto sarà possibile per evitare che i dazi sulle importazioni di pannelli salari diventino permanenti. Un traguardo per cui la Germania lavorerà nei prossimi sei mesi, sebbene, nonostante la forza tedesca in sede europea, la decisione finale spetterà alla Commissione europea.