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Imu, Iva, banche e fondazioni. Il pensiero di Ignazio Visco in pillole

Consigli poco berlusconiani, rivelazioni sul sostegno alle banche italiane, denuncia degli aiuti statali ricevuti dagli istituti stranieri, elogi e rimbrotti alle fondazioni capitanate da Giuseppe Guzzetti, un buffetto alle aziende piagnucolanti e un monito: attenzione agli stimoli monetari alla giapponese. Ecco alcune pillole dell’Ignazio Visco pensiero tratte dalle Considerazioni finali del governatore della Banca d’Italia tenute ieri all’assemblea annuale dell’Istituto centrale.

I consigli poco berlusconiani

Ridurre le imposte, certo, ma con cautela e nel medio termine. E, soprattutto, senza iniziare dall’Imu e dall’Iva. Come dire: le priorità non sono far diminuire le imposte su immobili e sui consumi, anzi. Beninteso, Imu e Iva non sono menzionate nelle Considerazioni finali del governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, mentre il governo Letta è al lavoro proprio su questi due dossier, anche se il Tesoro è perplesso sull’offensiva di Silvio Berlusconi contro l’Imu. Le parole di Visco, nel corso dell’assemblea annuale della Banca d’Italia, sono state come al solito soffuse, eppure chiarissime: “Riduzioni di imposte, necessarie, nel medio termine, pianificabili fin d’ora, non possono che essere selettive, privilegiando il lavoro e la produzione: il cuneo fiscale che grava sul lavoro frena l’occupazione e l’attività di impresa”.

Gli aiutini alle banche italiane

Ha detto Visco: “Le restrizioni all’offerta, acute alla fine del 2011 come riflesso delle difficoltà di raccolta, venivano attenuate dall’Eurosistema mediante l’offerta illimitata di liquidità a tre anni e l’ampliamento delle attività stanziabili nelle operazioni di rifinanziamento”. Da questa direttrice di marcia dell’Istituto centrale di Francoforte nasce anche l’azione dell’istituto centrale nazionale, ha aggiunto il governatore di via Nazionale: “La Banca d’Italia ha consentito alle controparti italiane di utilizzare garanzie illiquide e con merito di credito meno elevato, assumendo in questo caso integralmente nel proprio bilancio i relativi rischi”.

Visco sbugiarda gli istituti stranieri

Le banche estere si vantano tanto ma se prosperano è grazie all’aiuto pubblico: “Il divario negativo di capitalizzazione dei nostri intermediari rispetto alla media europea, sceso a circa due punti percentuali, riflette in misura ampia le massicce ricapitalizzazioni bancarie effettuate con fondi pubblici in altri Paesi”, ha detto il governatore. Ecco i numeri indicati da Visco che disegnano una Italia ben più liberista di altri Stati: “Lo scorso dicembre il sostegno dello Stato alle banche ammontava all’1,8 per cento del Pil in Germania, al 4,3 in Belgio, al 5,1 nei Paesi bassi, al 5,5 in Spagna, al 40 in Irlanda. In Italia l’analoga quota è pari allo 0,3 per cento includendo gli interventi per il Monte dei Paschi di Siena”.

Elogi e rimbrotti a Guzzetti & Co.

“Negli anni della crisi – ha riconosciuto Ignazio Visco – le fondazioni di origine bancaria hanno assecondato e sostenuto il processo di rafforzamento patrimoniale di alcuni tra i maggiori intermediari italiani”. Le fondazioni, ha poi aggiunto il governatore della Banca d’Italia in riferimento agli enti maggiori azionisti delle banche italiane – “devono esercitare nei confronti delle banche partecipate un ruolo rispettoso della forma e dello spirito della legge, senza condizionarne le scelte gestionali e l’organizzazione”. Infine, al pari di ogni altro azionista, ha concluso il governatore della Banca d’Italia, “devono promuovere la selezione degli amministratori sulla base della competenza e della professionalità, con criteri trasparenti”.

Il buffetto alle aziende piagnucolanti

“Le imprese devono puntare sull’innovazione e sulla capacità di essere presenti sui mercati più dinamici”. Ma mentre “alcune lo stanno facendo”, “troppo poche hanno però accettato fino in fondo questa sfida”. “A volte si preferisce, illusoriamente, invocare come soluzione il sostegno pubblico”

Alla larga dagli stimoli giapponesi

I grandi Paesi emergenti “crescono tuttora a ritmi sostenuti”, ha detto Visco. Tra i Paesi avanzati, gli Stati Uniti sembrano avviati a un graduale ritorno ai ritmi di crescita che hanno caratterizzato le più recenti fasi di ripresa, ha sottolineato il governatore. In Giappone, ha chiosato Visco, “politiche aggressivamente espansive, non prive di rischi, cercano di stimolare l’attività economica”. Come dire: la ripartenza non arriva dal diluvio monetario.



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