Tra “nessuna scorciatoia” (l’editoriale di ieri di Ezio Mauro su Repubblica) e “il sospetto indelebile” (Antonio Polito oggi sul Corriere della Sera), continua il dibattito sul presidenzialismo.
Mentre Enrico Letta e Giorgio Napolitano si sono accordati sul calendario delle riforme, l’accordo manca tra i vari partiti sul contenuto delle stesse.
L’ipotesi presidenzialista che ha preso forza negli ultimi giorni divide l’Italia tra chi sostiene le virtù del modello e chi lo vede come un tabù.
Su quest’ultimo versante, cavalcato tradizionalmente dalla sinistra, c’è L’Unità. Oggi il quotidiano, oltre a un editoriale sulla “falsa partenza” delle riforme a firma del direttore Claudio Sardo, sceglie di titolare la sua prima pagina con un intervento del 2008. Quello di Giorgio Napolitano davanti alle Camere riunite per il 60esimo anniversario della Costituzione.
Nel suo intervento il capo dello Stato suggeriva, tra le riforme possibili, quelle circoscritte entro la forma parlamentare, “la strada più ponderata e saggia”. E sembra bocciare il modello semi-presidenzialista francese: “Nell’unico Paese europeo in cui sia stato introdotto il sistema semi-presidenziale, con l’elezione di un capo dello stato partecipe dell’esercizio dei poteri del governo, è oggi in corso un processo di riforma dettato dal riconoscimento di una carenza di ‘contropoteri’, e dunque rivolto, tra l’altro, al ‘riequilibrio delle istituzioni’, al rafforzamento del ruolo del Parlamento, al riconoscimento del ruolo dell’opposizione”.
Il video del suo intervento del 2008: