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Matteo Renzi, un bomber alla ricerca del gol

Punto alla segreteria, anzi no, vediamo, forse meglio Palazzo Chigi.

Avanti con il presidenzialismo, comunque bisogna prevedere dei contrappesi, insomma parliamone senza fissarci troppo.

Bene il governo Letta, però non può vivacchiare.

E’ un continuo vorrei ma non posso il pensiero di Matteo Renzi, che avanza e poi indietreggia, alla ricerca con tutta probabilità di tenere alta l’attenzione verso la sua opera, stretta da un governo di larghe intese e un Pd in difficoltà.

L’intervista alla Repubblica

L’ultima sortita del sindaco di Firenze è significativa. “Il rischio che mi candidi alla segreteria del Pd c’è. Insisto: non è una priorità. Ma ci sto riflettendo”. Cosi’ in un colloquio con Repubblica il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, spiegando di non voler correre il rischio, stando fuori, senza impegnarsi direttamente, di finire “nella palude democristiana. Fatta di immobilismo e sospetti, di accuse e ritrattazioni. Ma io non sono questo. Non ho mai fatto una battaglia alle spalle di qualcuno, ho sempre messo la mia faccia”. E visto che “mi chiamano in ballo su tutto, anche quando mi defilo, anche quando garantisco lealtà. Allora tanto vale…”.

La fine della mozione Giachetti
“Io – osserva – non faccio niente eppure mi tirano sempre in mezzo. Penso alla mozione Giachetti sul Mattarellum. Era un complotto mio e dei renziani, hanno detto. Un modo per far saltare il governo e la maggioranza con il Pdl. Quell’episodio mi ha dato particolarmente fastidio, anzi mi ha fatto arrabbiare di brutto. Ma quale complotto, che c’entro io con una battaglia parlamentare che Roberto porta avanti da mesi’. E anche alla Stampa ribadisce che ‘io non tramo, ma non tremo. E visto che di qualunque cosa parlo mi sparano addosso, allora chiedo: se vogliono farmi la guerra loro, me lo dicano. Cosi’ mi regolo..”.

Il giudizio sul governo Letta

“Se dire una banalità tipo se il governo fa, dura altrimenti va a casa significa attaccare Letta, allora siamo alle barzellette. Qui la questione e’ semplice: qualunque governo ha un senso se realizza cose, non se vivacchia”. Ed ‘Enrico pensa che un cacciavite sia sufficiente, io credo che occorra fare di più”. “Io non ho alcuna intenzione – chiarisce Renzi – di fare la guerra a Enrico, ci mancherebbe”.



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